Il 28 gennaio a Napoli gli autobus (che da parecchio tempo fanno un servizio più carente del solito) non sono usciti dai depositi: mancava il gasolio!
Sono seguite le ovvie giustificazioni che sono un piccolo capolavoro di burocrazia “all’italiana”:
all’azienda dei trasporti spetta l’acquisto del gasolio, ma (c’è sempre un “ma” nella burocrazia) i soldi devono venire dalla Regione, che però non usa fondi suoi, ma fondi che provengono dallo Stato, che a sua volta ha tagliato del 40% le spese…. Colpa insomma della crisi, forse della UE, forse dei casi della vita, forse delle banche: di nessuno insomma.
Peccato che ci sia un altro particolare: l’ATAN (azienda dei trasporti di Napoli) ha in carico circa 600 autobus, di cui solo 300 funzionanti e 2800 autisti: cioè circa 4,5 autisti per autobus (e pensare che un aereo attraversa l’Atlantico con solo 2 piloti!).
A questo punto sono inevitabili alcune considerazioni generali:
- una semplificazione e riduzione degli enti e dei passaggi della burocrazia, con una precisa individuazione di responsabilità e competenza è fondamentale per migliorare l’efficienza e ridurre i costi
- una gestione di tipo privatistico è indispensabile in questi casi: il che non significa privatizzare, ma introdurre criteri di concorrenza, trasparenza e responsabilità di chi organizza il servizio: l’organizzazione deve far capo ad una persona (o un ente) che ne risponde nel bene nel male agli utenti e ai committenti
Questo conduce alla necessità di un vero federalismo: cioè non ad un federalismo che aumenti enti, competenza e centri di spesa, ma ad un federalismo che permetta ai cittadini (che sono i veri utenti):
- di scegliere quale servizio avere: essi devono essere liberi di spendere poche tasse ed avere un servizio cattivo oppure di spendere molto per un buon servizio o addirittura di spendere molto e scegliere di avere 5 autisti per autobus…
- di controllare alle fine del mandato se e come gli amministratori hanno portato a compimento il mandato loro affidato
Angelo Gazzaniga