La vera strada liberale per risolvere il problema delle concessioni autostradali
si fa’ un gran parlare delle concessioni autostradali: è il tema del giorno.
Ogni soluzione presenta grossi problemi:
- continuare come prima presuppone comunque una ridiscussione dei termini, vista l’inefficienza dei controlli e della prevenzione
- togliere la concessione secondo i termini del contratto significa pagare una penale miliardaria dopo lunghissime e defatiganti battaglie legali
- espropriare senza indennizzo, giustificando il tutto con i morti innocenti, violerebbe i principi dello stato di diritto e avrebbe conseguenza deleterie sugli investitori soprattutto esteri: chi vorrebbe mai investire in uno stato che cancella contratti firmati con atti d’imperio?
Ma qualsiasi soluzione incontrerebbe un altro ostacolo: a chi affidare la gestione delle autostrade? Allo Stato, cioè all’Anas, raro esempio di gestione inefficiente, costosa e spesso fraudolenta (praticamente tutti i dirigenti e presidenti della società hanno avuto a che fare con la giustizia) oppure a un’altra concessionaria, ricominciando da capo con gli stessi problemi e le stesse storture (non dimentichiamo che in vent’anni l’inflazione è stata del 40% mentre le tariffe sono aumentate del 70%: un’autentica pacchia per tutti i concessionari che hanno in pratica vissuto di rendite di posizione)?
Del resto come ritenere che un’eventuale maxi multa (si parla di 2 miliardi, oltre alle spese risarcitorie) non venga fatta pagare, poco a poco, agli stessi utenti nei prossimo vent’anni?
In effetti, a ben vedere, il problema sta a monte: come gestire dei monopoli naturali quali le autostrade?
Il sistema ci sarebbe ed è quello da sempre indicato da Libertates: mettere a gara più concessioni per una rete autostradale divisa in più tratte (praticamente solo in Italia esiste un unico gestore per quasi tutta la rete) mediante concorsi pubblici in cui siano indicate chiaramente le regole e i parametri di sicurezza da rispettare, con precisi vincoli e controlli da parte degli enti preposti.
Avremo così non uno Stato statalista, dirigista, pasticcione, sprecone e piò o meno connivente con i gestori quale quello nostro attuale, ma uno Stato moderno e autenticamente liberale che non si occupa di fare l’imprenditore (che non sa fare), ma che mette in concorrenza, controlla, verifica e garantisce la sicurezza di tutti!
di Angelo Gazzaniga