Ma che colpe ha lo spread?
In questi giorni sembra che tutti vedano lo spread come, per lo meno, un nemico dell’Italia.
Qualcosa che possa sconvolgere le vite di tutti noi, manovrato da mani ignote quanto pericolose e a noi ostili.
In verità lo spread non ha nessuna colpa: è solo un innocente indicatore della ”ampiezza” (questo dovrebbe essere il significato nell’inglese finanziario) del rendimento dei titoli italiani (i CCT a 10 anni) rispetto al rendimento di quelli tedeschi (i Bund a 10 anni).
Come tutti gli indicatori non è colpevole di nulla; altrimenti dovremmo prendercela anche con il termometro perché indica la febbre o con l’indice di borsa perché certifica la perdita di valore dei nostri titoli…
Ma anche questa differenza nel rendimento dei titoli non nasconde nulla di strano o arcane congiure.
Ipotizziamo infatti che uno di noi abbia un piccolo gruzzolo faticosamente e onestamente conquistato negli anni e che intenda conservarlo per gli anni della pensione; potrebbe investirlo in Bund tedeschi (che hanno alle spalle un’economia efficiente, poco debito) oppure in CCT (che hanno alle spalle un debito colossale, un’economia stagnante e un futuro politico incerto): quale scegliereste?
C’è una sola possibilità di farci scegliere i CCT: che lo stato italiano offra un interesse superiore affinché io decida di correre il rischio di un eventuale default dell’Italia. Una possibilità concreta è che l’Italia offra un interesse del 3,50% a fronte di un interesse tedesco del 0,50%: cioè uno spread di 300 punti.
Ecco cos’è alla fine lo spread: l’indicatore di quanto io investitore voglio avere di più per correre un rischio superiore di default (o di “haircut” cioè di taglio parziale del valore delle mie obbligazioni):
Sarei con ciò diventato un bieco speculatore contro l’Italia? No, avrei tutelato al meglio i miei investimenti.
Ed è quello che fanno gli investitori di tutto il mondo.
Un’altra prova che con i capri espiatori e le congiure a ogni piè sospinto non si va da nessuna parte: si conquistano forse voti, ma non si fa quello che interessa al Paese.
di Angelo Gazzaniga