Per avere più posti di lavoro occorre più lavoro, non più leggi
Cambiano i governi, cambia il loro colore, ma non cambia mai in Italia un’illusione tanto radicata quanto errata: quella che i posti lavoro si possano creare per decreto.
Ma quale imprenditore (vero) assume dipendenti per pagare meno tasse o meno contributi?. Un imprenditore (vero, continuiamo a sottolineare) assume quando prevede di avere un maggior giro di affari e quindi di aver bisogno di più personale per incrementare i propri introiti; un’impresa in sviluppo assume comunque dipendenti, a qualsiasi condizione, perché senza di essi non può ingrandirsi.
Alla stesso modo un’impresa seria non assumerà mai un dipendente a termine per lasciarlo a casa dopo pochi mesi, perché assumere un dipendente nuovo significa anche inserirlo nel processo produttivo, insegnargli un mestiere: processi che richiedono tempo e soldi. Tutto questo per poi ricominciare da capo dopo alcuni mesi solo per risparmiare qualcosa? È un atteggiamento irrazionale e masochista per un imprenditore.
Certo, esistono casi particolari e al limite: tel tipo dei call center o delle imprese di consegna a domicilio, ma restano casi particolari limitati nei numeri e nel tempo per cui è giusto e doveroso porre limiti e controlli come fatto da questi decreti; ma resta comunque un settore limitato e marginale.
Per avere maggiore occupazione occorre semplicemente avere più lavoro per le imprese. Secondo quell’equazione tanto banale quanto valida per ogni vero imprenditore: + lavoro = +dipendenti.
Serve quindi ciò che Libertates da tempo chiede: meno burocrazia, meno balzelli inutili, meno tasse su lavoro e imprese, infrastrutture moderne ed efficienti, incentivi alla ricerca e alla start-up.
Esattamente l’opposto di quello che si sta facendo adesso
di Angelo Gazzaniga