Una storiella “all’italiana”
Tutti ne parlano: sono “biglietti”, o meglio “carte di credito” con tagli da 5 e 10 euro, con cui lo Stato dovrebbe saldare i propri debiti verso le imprese.
In pratica un imprenditore che vanta, poniamo, un credito di 10.000 euro per una prestazione fatta alla Pubblica Amministrazione, riceverebbe il saldo della fattura in mini-bot.
Cosa succederebbe poi?
Il nostro imprenditore andrebbe a incassare una valigetta di mini-bot (perché non dimentichiamo che 10.000 euro in biglietti da 10 sono 1000 biglietti!) la porterebbe all’Agenzia delle Entrate per chiudere un suo debito con il fisco, o per pagare le imposte. Ma non sarebbe ben più semplice permettere una compensazione tra debiti e crediti? Si riempie una casella di un formulario, il suo debito fiscale si riduce dell’importo! Troppo semplice, forse?
Ma c’è un’altra possibilità, direte voi: prendere la solita valigetta e farsi quel bel viaggio sognato da tempo: niente carte di credito, bancomat o assegni, ma bei pacchetti di biglietti! Dovrebbe essere in Italia perché di spendere all’estero i mini-bot non se ne parlerebbe nemmeno… ma anche in Italia non è detto che sia così facile: perché mai un negoziante o un albergatore dovrebbe accettare mini-bot e non volere i buoni, solidi euro?
Certo sarebbe sufficiente che lo Stato emettesse un decreto che obbliga ogni cittadino ad accettarli: ma allora diventerebbero a tutti gli effetti una moneta parallela che ci metterebbe automaticamente fuori dall’euro, sia perché è esplicitamente vietato dai trattati, sia perché così torneremmo ai bei vecchi tempi di quando in ogni stato circolavano monete di tipo e valore diversi con grande felicità di cambiavalute e speculatori.
Cosa si sarebbe dovuto fare? Semplicissimo: pagare i fornitori nei tempi concordati!
È quello che fa ogni Stato serio senza complicati trucchi che servono a nascondere qualcos’altro di non dichiarabile (l’uscita dall’Euro?) secondo il vecchio sistema italico di fare qualcosa dicendone un’altra. E poi chiediamo fiducia agli altri partner europei?
di Angelo Gazzaniga