Reddito di cittadinanza: come volevasi dimostrare!

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Cominciano ad arrivare i primi dati sull’impatto del reddito di cittadinanza.

I leghisti (con Garavaglia) affermano che il 70% di chi riceve il Reddito non ne ha diritto, mentre l’INPS (a nome del suo presidente pentastellato) ammette che i controlli che verranno effettuati dalla Guardia di Finanza su determinati profili di rischio (600.000!) potranno evidenziare “un’elevata percentuale di irregolarità”…
Ma a parte le diatribe sui numeri il fallimento dell’operazione va evidenziato per quelle che avrebbero dovuto essere le tre “gambe” del provvedimento:

  • i controlli dovrebbero essere fatti dall’Ispettorato nazionale del lavoro che ha in carico 4000 ispettori ex ministero, 2000 ispettori ex Inps e poche centinaia di ispettori ex Inail. A ben vedere poco più di 6000 ispettori che dovrebbero controllare sia le ditte (e che hanno fatto 19991 ispezioni su decine di migliaia di ditte) sia tutte le domande di Reddito. Con questi numeri i controlli verranno fatti quando i percettori saranno già morti…
  • circa un terzo dei percettori di Reddito dovrebbe essere “occupabile”; cioè essere preso in carico dai Centri per l’impiego e stipulare il contratto di disponibilità al lavoro. Ebbene, sino a ora non c’è nessuno, dicasi nessuno, che sia stato preso in carico dai Centri. Il sospetto è che, alla fine, gli unici ad essere assunti saranno quei famosi “navigator” che però sembrano ancora in alto mare
  • chi invece ha bisogno di un aiuto diverso dal lavoro dovrebbe essere affidato ai servizi sociali dei comuni: ma anche qui tutto tace…

Alla fine si è (per ora, ma ci sono poche le speranze per il futuro) dimostrato quello che sin dall’inizio Libertates aveva sostenuto: si tratta di un sussidio mascherato per quasi un milione di famiglie (che ottengono in media 490 euro mensili).
Ma che differenza fa con le pensioni di invalidità fasulle di De Mita o gli 80 euro di Renzi?
Si tratta sempre di carità mascherata, di sussidi che, per quanto siano indispensabili, non portano a quello che sarebbe necessario: una vera possibilità di lavoro per tutti.
Possibilità che si può avere solo incentivando le imprese ad assumere, dando loro la possibilità di ingrandirsi, di rinnovarsi o di nascere creando un’autentica economia liberale e non di sussistenza.

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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