Sono occorsi 3 commissari, 30 mesi di tempo e 1,5 miliardi dei contribuenti per scoprire una verità che tutti sospettavano: nessuno vuole Alitalia.
- Non Atlantia che ci investirebbe solo se lo Stato gli garantisse il mantenimento della concessione autostradale, vera gallina dalle uova d’oro
- Non Trenitalia che dovrebbe investire non nello sviluppo delle ferrovie ma in una compagnia aerea, un’unione che non esiste in nessun altro Paese
- Non CdP che per statuto dovrebbe investire solo in aziende con possibilità di sviluppo (Alitalia!)
- Non Delta che investirebbe meno del costo di un nuovo aereo e a cui interessa solo mantenere le rotte atlantiche
- Non Lufthansa a cui interessa (ovviamente) il ricco mercato italiano
Perché allora non prendere atto (come Libertates sostiene da anni) che Alitalia è ormai fallita da anni e che la soluzione più semplice e razionale sarebbe quella di lasciarla morire sostituendola con una nuova compagnia più agile ed efficiente?
È quanto è stato fatto dalla Swissair (fallita dieci anni fa e ora in piena ascesa sotto l’egida della Lufthansa). Una soluzione tanto più valida in quanto solo un Paese come l’Italia può vantare contemporaneamente un traffico turistico, un traffico business e un traffico di pellegrinaggi.
Già, ma occorrerebbe sfrondare quei costi inutili tanto cari ai politici: basti pensare che in Alitalia esistono ancora decine di sedi presso scali non più utilizzati da anni, vengono pagati leasing fuori mercato, esiste una flotta formata da aerei di tutte le case costruttrici esistenti…
E poi ci mancano i soldi per sviluppare i servizi e le strutture essenziali alle aziende sane ed efficienti
di Guidoriccio da Fogliano