Esiste una via maestra per la ripresa, anzi un’unica via: creare nuovi posti di lavoro, favorire al massimo la ripresa delle aziende, soprattutto le piccole.
Ma come si può ottenerlo?
È adesso il momento di proporre riforme radicali perché è solo nei momenti difficili che ne esiste l’opportunità: “a mali estremi, estremi rimedi” si dice .
La riforma più importante e necessaria è quella della burocrazia. In Italia è un mostro di inefficienza e inutilità che tutto avvolge con la complessità e la nebulosità delle prescrizioni, che tutto frena in nome della mediocrità e della sciatteria che la contraddistingue. Un semplice esempio di grande attualità riguarda i fondi concessi alle imprese per la ripresa.
Si parla di prestiti a bassissimo tasso concessi in base al giro d’affari dell’azienda e garantiti dallo Stato per il 90% e dalla Sace (per le grandi aziende) e dal Fondo per le PMI (per le piccole) per il rimanente 10%.
Ebbene in apparenza una procedura semplice e veloce, ma: il prestito viene erogato dalle banche che quindi (anche se sono garantite in toto dallo Stato) si sentono in dovere di aprire una regolare pratica presso il proprio ufficio fidi (che risulterà ovviamente intasato dalla valanga di richieste); poi la pratica viene girata agli enti che devono garantire il restante 10% (e anche li ci saranno intasamenti a non finire); il tasso a cui viene concesso si calcola con un sistema complicatissimo e tutt’altro che trasparente; documentazione da fornire complessa perché bisogna dimostrare il giro d’affari dell’anno passato e l’ammontare del monte salari dell’anno precedente: tempi previsti? Nel migliore dei casi 3/4 settimane (tempi forniti dalle banche stesse e del tutto teorici!).
Contemporaneamente la Svizzera per ottenere gli stessi prestiti (anche li il 25% del fatturato dell’anno precedente) occorre presentare alla propria banca un modulo di 1 (una) facciata in cui sono indicati i dati della ditta, il fatturato dell’anno precedente e il proprio Iban: tempo di concessione? 30 minuti! Si, non è un errore: dopo mezz’ora i fondi sono già disponibili in banca. Con solo una piccola differenza: in fondo al modulo c’è un’avvertenza in cui si indica che dichiarazioni false portano a conseguenze civili e penali!
Poca burocrazia e magistratura efficiente: un binomio esattamente contrario all’Italia!
Un altro esempio (ma ce ne sarebbero a decine) è quello delle richieste di apertura anticipata per le ditte: devono presentare una richiesta alla Prefettura competente se fanno parte delle categorie previste dagli elenchi delle Camere di Commercio; queste richieste devono essere valutate in tempi brevi, altrimenti scatto il silenzio-assenso. Sono state presentate in pochi giorni più di 13000 domande: come faranno le Prefetture, già a corto di personale e senza particolari competenze, a processarle tutte in così breve tempo? In pratica ne sono state controllate poco più di 500!
Non sarebbe stato più semplice ed efficace ammettere un’autocertificazione delle ditte in cui si garantiva di far parte dei settori indicati e, soprattutto, di rispettare scrupolosamente le norme di sicurezza (magari con la collaborazione dei sindacati)? Una volta aperte, allora sì, controlli a tutto campo e della massima severità.
Ci sarebbe stata meno burocrazia, meno furbetti che giocano sull’impossibilità delle Prefetture di controllare, più responsabilizzazione di tutti.
Cioè, come sempre, meno burocrazia e più fatti concreti
di Angelo Gazzaniga