Premesso che la teoria del complotto riceve una dura critica nell’ambito della epistemologia moderna e contemporanea, per il fatto che esistono le conseguenze non volute di azioni umane intenzionali ( teorema previsto in alcuni classici da Machiavelli a Benjamin Constant, e tematizzato nella scuola austriaca di economia di Friedrich Von Hayek ); e dato per scontato che la storia è piena di precorrimenti letterari e di coincidenze casuali; resta il ‘ricorso’ significativo delle anticipazioni messe in luce da Fabio Fidora sulla “Voce di New York” del 20 febbraio 2020, a proposito del “Wuhan-400”, meglio oggi noto per “coronavirus”, in un romanzo “dis-topico” di Dean Koontz, Gli occhi dell’oscurità, “Eyes of Darkness”, risalente in prima edizione al 1981 e ambientato nel 2020. “In around 2020 a severe pneumonia-like illness will spread throughout the globe, attacking the lungs and the bronchial tubes and resisting all known treatments. Almost more baffling than the illness itself will be the fact that il will suddenly vanish as quickly as it arrived, attack again ten years leter, and then disappear completely” ( al Chapter 39, page 355 di The Eyes of Darkness, storia di una donna tesa a scoprire se il figlio sia o no effettivamente morto e s’imbatte nella scoperta di uno “scienziato cinese chiamato Li Chen che aveva disertato negli Stati Uniti, portanto seco un dischetto della nuova arma biologica più importante e pericolosa della Cina” ).
“It was around then that a Chinese scientist named Li Chen defected to the United States, carrying a diskette record of China’s most important and dangerous new biological weapon in a decade. They call the stuff ‘Wuhan-400’ because it was developed at their RDNA labs outside of the city of Wuhan, and it was the four-hundredth viable strain of man-made microorganism created at the research center. ‘Wuhan-400′ is a perfect weapon”.
Le reazioni alla “scoperta” sono state fitte, passando dal rifiuto della notizia come una delle “fake news” alla sua rimeditazione e discussione critica. Tra gli altri, Paolo Attivissimo, sul proprio sito “disinformatico” del giorno dopo, ha sottolineato che la curiosità appare solo nella seconda edizione del libro, del 1996, ambientato a Wuhan, nel laboratorio virologico istituito il 1957; mentre, in prima edizione, lo scenario era quello della città di Gorki, in Russia, formulando l’ipotesi che – dopo la caduta del muro di Berlino e la perestrojka – l’ambientazione originaria, tipica della guerra fredda, non fosse ritenuta più attuale.
Comunque sia di ciò, prima del 2020, alcuni magnati americani collegati a Bill Gates e altri istituti, in una forma di “coalizione”, investivano cospicui fondi nella ricerca di un antidoto al cosiddetto “nuovo” virus. E il direttore del Dipartimento dell’ Istituto di Chimica e Biologia dell’ Università di Harvard, poco dopo, veniva arrestato per aver avuto contatti finanziari con il laboratorio cinese creato a 12 km. dalla città di Wuhan. Altra circostanza poco considerata è poi quella della stranezza per cui la Cina, fautrice di un severo controllo informatico e biologico su tutti i propri cittadini, allo scopo di soffocarne il benché minimo moto di dissenso ( programma noto con il nome di “cyberdittatura” ), si sia lasciata sfuggire il controllo di codesto elemento a rischio di pandemia. Tutti i dati, personali, sanitari, fiscali, intellettuali e politici sono collegati, in Cina, alla mappatura del DNA delle persone: donde le gravi perplessità espresso dai circoli delle libertà e in generale dall’intiero Occidente. Appare, quindi, davvero strano che – quanto più totalitario e spietato il controllo degli individui fino alla mappatura biologica degli stessi – tanto più inaspettato ed esteso, rapido e diffusivo sia stato il diffondersi del virus biologico nato dal contagio di animali infetti come i pipistrelli vivi a cellule di esseri umani, in primis medici e personale sanitario.
Fonti giornalistiche e aggiornamenti successivi parlano di dottori cinesi del laboratorio di Wuhan feriti a sangue da pipistrelli, il cui virus era oggetto di studio e mutazione. Senza indulgere alla “retorica del complotto” ( denunciata da Zeffiro Ciuffoletti e Nicola Matteucci ) né tantomeno alla “paranoia del complotto” ( esaltata dall’ultimo Umberto Eco, quello del Cimitero di Praga ), qualcosa di preoccupante rimane in tutta codesta drammatica vicenda. Ed è qualcosa che riporta alla mente, per analogia, il caso di vent’anni addietro di altra anticipazione anti-utopica, per gli attentati postali con buste contenenti l’antrace negli Usa tra il settembre e l’ottobre 2001, a pochi giorni dall’attentato alle Torri Gemelle, anticipazione contenuta in Brave New World di Aldous Huxley ( nato a Godalming-Sussex nel 1894, dalla famiglia di illustri scienziati positivistici quale Thomas Huxley – deceduto in Hollywood il 22 novembre 1963, lo stesso giorno dell’assassinio di JFK ).
Nel romanzo del 1932, che Vladimir Bukowskj diceva di preferire al modello orwelliano e anti-utopico del 1984, al Capitolo III, parlando Mustafà Mond, è detto: “Il liberalismo, naturalmente, era morto di antrace, cionondimeno non si potevano fare le cose per forza”. “ Liberalism, of course, was dead of anthrax, but all the same you couldn’t do things by force “ ( Ed. Harper and Row, New York, 1932 e 1946, p. 32 = trad. it., Oscar Mondadori, a cura di Lorenzo Gigli e Luciano Bianciardi, Milano 2001, p. 45 ). Nel testo è riportata la formula chimica dell’antrace ed esaltata la droga perfetta, il “soma”, a danno della memoria storica, del cristianesimo e della democrazia. Certo, i casi di Huxley e Koontz sono diversi, per ambientazione storica e geografica, motivi dominanti e contesto ideologico. Ma “Gli occhi delle tenebre”, rilucono in entrambi i racconti di utopia negativa. E forse lo “spartiacque”, il Turning Point, è dato dal “1994”, Critica della ragione sofistica. “Orwell e Huxley per decifrare l’odierno terrorismo”, scrissi allora a Oriana Fallaci, in “La libertà vince sempre”. Aggiuntevi le osservazioni di Benedetto Croce a Huxley e Roosevelt (1946), PiubIdea, Bisceglie 2001.
E il filosofo siciliano Rosario Assunto di Caltanissetta, docente di Estetica alla Università di Urbino ( 1915-1994 ), citava spesso Brave New World di Huxley e R.o.b.o.t. di Karel Capek, per confutare la fosca previsione di una umanità alienata, dimentica di Dante e Shakespeare e paga soltanto della dominazione biologica e genetica, della pianificazione tecnologica e dell’automatismo della macchina. Ma anche i terroristi erano, e sono, addottorati, come dimostra Luciano Pellicani, avendo spesso studiato a Parigi o a Londra e conoscendo con ogni probabilità i testi di Orwell e Huxley, pur se non credendo nella libertà quanto, piuttosto, nel Fanatismo ( termine usato da Benedetto Croce per recensire l’altro importante libro di Arthur Koestler, Buio a Mezzogiorno, nel 1946 ). “La libertà è un’eterna vigilanza”, insegnava Sir Karl Popper. E: “Una nuova teoria della biologia”, studiata da Mustafà Mond, rischia di essere oggi “accompagnata da una battaglia contro il Passato; dalla chiusura dei musei; dalla distruzione dei monumenti storici ( fortunatamente la maggior parte di essi era stata rovinata durante la Guerra dei Nove Anni); dalla soppressione di tutti i libri pubblicati prima del 150 di Ford” ( Il mondo nuovo, cit., pp. 47 e 157 ). Mentre Tina del romanzo “Gli occhi delle tenebre” del Koontz, cinquant’anni più tardi, dirà apertamente: “I’m not interested in the philosophy or morality of biological warface”, volendo ora solo conoscere come l’inferno possa ferire e agire nel nostro mondo ( cfr,.in generale, sul tema, il mio I conti con il male. Ontologia e gnoseologia del male, Laterza, Bari 2015 ).
di Giuseppe Brescia