Dopo 3 Alitalia che restano sulle nostre spalle (l’originale, quella dei “capitalisti coraggiosi” e l’attuale) con tutto il codazzo di consiglieri, amministratori più o meno delegati, consulenti siamo giunti al varo della quarta: quella che dovrebbe rinascere dalle ceneri dell’attuale.
Nel frattempo gli 1,3 miliardi del prestito-ponte fatto all’attuale per sopravvivere in attesa di decisioni se ne sono già andati: resteranno in capo all’attuale Alitalia ormai in fallimento e si aggiungeranno ai 10/12 miliardi gentilmente concessi dai cittadini e ormai andati in fumo.
Adesso c’è il problema dei 3 miliardi promessi in dote alla nuova (quarta) Alitalia che dovrebbe nascere a breve: la UE per non considerarli aiuti di stato (quali sono) sarebbe disposta a chiudere un occhio se la nuova compagnia trovasse un partner tecnico, cioè un vero vettore che fa volare gli aerei.
Più facile trovare un vettore che fa volare gli asini!
In soldoni i cittadini italiani hanno speso oltre mezzo milione di euro per ogni dipendente: sarebbe stato molto più economico regalargli un lauto vitalizio e chiuderla li.
Il tutto perché non ci si vuol rendere conto che Alitalia è da anni una compagnia fallita e che un fallimento non è un atto di volontà, ma semplicemente la constatazione che una società non è più in grado di gestirsi autonomamente: proprio come l’Alitalia!
di Guidoriccio da Fogliano