Quando la macchina statale non funziona proprio

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È arrivata da poco la notizia che 154 mafiosi conclamati come tali in quanto condannati in via definitiva percepivano il reddito di cittadinanza.
La notizia fa scalpore non tanto per il numero: su migliaia e migliaia di casi errori e imprecisioni ci possono essere quanto per le modalità della truffa.
Infatti la legge, per quanto malfatta e dilettantesca possa essere, in questo campo è chiara e indefettibile: chi ha una condanna per mafia passata in giudicato non può ricevere il sussidio.
Per controllare l’esistenza della causa di incompatibilità l’operazione sarebbe semplicissima e completamente automatica.
Esiste infatti un casellario giudiziario nazionale in cui sono registrate tutte le pendenze e le condanne di ogni cittadino, cittadino che viene identificato con il codice fiscale. Dall’altra parte tutte le domande per ottenere il reddito di cittadinanza sono state inoltrate all’INPS corredate dal codice fiscale del richiedente: il confrontare le due banche dati in modo completamente automatico sarebbe un gioco da ragazzi: il computer evidenzierebbe in pochi minuti tutte le domande con un codice fiscale uguale in tutti e due gli elenchi evidenziando le domande irregolari.
È un’operazione, quella di cercare un dato comune in due database diversi, che tutti quelli che usano computer fanno, magari inconsciamente, spesso: tutti tranne lo Stato.
Questo perché? Per il semplice motivo che dopo anni dall’introduzione dell’informatica e dopo decine di miliardi spesi le banche dati dei vari enti statali non sono in grado di scambiarsi dati. Ognuno va per conto suo, con buona pace dei controlli e grande felicità dei furbetti.
E questo avviene non tanto per problemi tecnici, quanto per gelosie tra i vari enti, per malcelato senso di potere e di riservatezza.

Il caso dei mafiosi con il reddito di cittadinanza non è che uno dei tanti casi e sprechi creati da questa situazione: situazioni che o passano sotto silenzio o che vengono rimediate con indagine lunghe e costose.

Ecco una di quelle riforme che tanto sarebbero utili e che farebbero risparmiare soldi e figuracce all’Italia: tutto a costo zero.
Sarebbe sufficiente che la politica si imponesse una volta tanto alla burocrazia guardando agli interessi del Paese e non ai propri interessi elettorali

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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