Faccio una cazzata, cioè interrompo il testo che sto scrivendo per lavoro e presento un’opinione non richiesta.
Vedo giornalmente post che con motivazioni assolutamente sacrosante, che invitano i politici a far rispettare le leggi, ad arginare le palesi ingiustizie, ad auto-limitarsi nelle spese per l’esercizio della loro sacra e intoccabile funzione, a far funzionare lo Stato come dovrebbe, e cioè come un organismo laico, democratico e libero.
Vi dico una cosa:l ‘Italia non è, storicamente, uno Stato libero. La democrazia è merce recente e mal gestita. La maggior parte delle persone manco sanno di che si tratti, ma se ne riempiono ugualmente le fauci.
Post che applaudono il Papa perché, finalmente, qualcuno fa il pastore d’anime invece che il rappresentante di una potenza-in-terra, e ben venga, basta che non me lo ammazzino con un bel caffè.
Post tendenziosi che si augurano un ritorno di un uomo al governo (mai donna, chissà come) che faccia rispettare gli orari dei treni.
Post ingenui che segnalano l’ennesimo spreco, l’ennesima ruberia, chiedendo giustizia a gran voce per chi, avendo pagato metà del proprio reddito allo Stato ladrone per decenni, oggi non ce la fa più.
Ragazzi, qui non se ne esce. L’Italia è fottuta. Grazie ai politici che hanno dato il buon esempio, certo. Grazie a noi che su quell’esempio ci siamo adagiati come amebe decerebrate invece di vivere con dignità e responsabilità. Risultato? Una generazione di 30-40enni, che in teoria dovrebbero essere la parte più forte del Paese in termini economici e biologici, che invece vivacchia, chi all’ombra di privilegi ormai acquisiti e guai a metterli in discussione, chi cercando di sfangarla nella stretta di contratti fasulli in cui la flessibilità si manifesta soprattutto nei pagamenti, solitamente a sei mesi.
Chi può, se ne vada.
Chi resta si prenda il cuore in mano e decida che cosa essere. Non cambierà niente lo stesso, probabilmente, ma quelli che resisteranno saranno anche quelli che potranno costruire qualcosa, una volta emersi da questo pantano di MERDA. Perché, signore e signori, merda è.
E’ merda ogni volta che non ci facciamo dare uno scontrino, è merda ogni volta che un lavoratore a “Partita IVA” non protesta di fronte a pagamenti prorogati all’infinito su cifre irrisorie, eterei fantasmi di quella che una volta era la convenientissima partita IVA. . E’ merda ogni volta che un giornalista professionista, non assunto, magari collaboratore, deve pagare all’Ordine le stesse tasse del giornalista professionista assunto, garantito fino all’ultimo centesimo. E’ merda ogni volta che ci lasciamo incantare dall’imbonitore di successo che è cresciuto tra il fungame della corruzione della Prima Repubblica e che oggi rivendica, in bene e in male, un ruolo di primo piano – che noi stessi gli abbiamo consegnato. Non siamo innocenti, siamo sempre stati lì a subire, è dai tempi dei Borgia che subiamo, arrapati invece che indignati dai nepotismi rivoltanti, dalla cultura della raccomandazione, dallo sprezzo infinito verso chi, bene o male, cerca una terza via, magari sbagliando come ha fatto Grillo, perché i Savonarola, la Storia docet, sono impiccati e bruciati sul rogo.
Basta lamentarci se non possiamo far niente … oppure facciamo qualcosa.
Sti buffoni chiedono di nuovo le urne – a nostre spese?
E noi non andiamoci.
Ma soprattutto studiamo, non pensiamo di avere in mano la verità. La verità non esiste, ma le rivoluzioni sì. L’Italia stessa a volte mi sembra che non esista: ma gli italiani, ormai, esistono. Che si sveglino, che siano pronti a pensare, invece di parlare a sproposito.
La politica puzza di carogna, ma il denaro no: ricordatelo sempre, quando qualcuno che ha infranto ogni regola piange miseria in tv, evocando fantasmi di persecuzione.
Il mondo è solo una rappresentazione. La nostra è brutta.
Cambiarla non è impossibile anche se arduo.
Dipende, proprio nel nostro piccolo & grande, da ognuno di noi.
Ombretta Bertini