A lato delle numerosissime considerazioni di (alta) politica in riferimento alle elezioni tedesche vorremmo fare delle piccole osservazioni di “costume” politico.
In Germania 60 milioni di elettori hanno votato in un giorno. Alle 18 si sono chiuse le urne, alle 18,30 hanno proclamato i risultati, alle 18,45 la Merkel ha ringraziato per la vittoria e ha dato il via alle consultazioni per una Grosse Koalition, alle 18,50 Steibrück ha ammesso la sconfitta e alle 19 (vista l’ora tarda come ha detto Gramellini sulla “Stampa”) tutti a cena.
In Italia 40 milioni di elettori debbono avere tempo sino alle 14 del giorno seguente per riuscire a votare. In quel momento comincia la danza di exit poll con forchette di possibilità, commenti sui criteri di scelta, previsioni varie (quasi tutte sbagliate). Quasi meglio del diluvio di politologi, giornalisti, politici che su tutte le reti commentano e intrattengono (!) gli spettatori in attesa dei risultati.
Una volta arrivati i risultati lo spettacolo è scontato: hanno vinto tutti, qualcuno trionfalmente, altri un po’ meno, altri in certe zone più significative… mai come in questi momenti la parola sconfitta è estranea al linguaggio dei politici.
Immaginiamoci poi cosa sarebbe successo se i risultati fossero stati come quelli della Germania: dalla parte dei vincitori con il 41% ci sarebbero state lunghe disquisizioni sulla necessità di un premio di maggioranza per garantire la governabilità; dalla parte degli sconfitti con il 29% si sarebbe giurata eterna lotta e campagna elettorale immediata per riprendersi i voti persi.
Il tutto condito dal solito “mercato delle vacche”: mini partitini subito pronti a passare dalla parte dei vincitori, deputati e senatori pronti a vendersi al miglior offerente…
Dobbiamo rassegnarci a ritenere i tedeschi migliori e più democratici di noi?
Cominciamo con una legge elettorale uninominale e maggioritaria con primarie obbligatorie che permetta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti e giudicarli alla fine del mandato; un federalismo che permetta ai cittadini di scegliere e controllare più da vicino come vengono utilizzate le risorse; una riforma autentica del sistema bicamerale perfetto,
facciamo si che nasca anche in Italia una cultura politica liberale e anche non avremo niente da invidiare ai tedeschi
Angelo Gazzaniga