Alcune volte mi sento vecchio, anche se ho solo sessantasei anni e non dovrei neppure essere nella “terza età”.
Però spesso mi capita di parlare da solo, di contestare tutto e tutti, proprio come questi “non più giovani” che contestano tutto di questa società, si rivolgono agli altri in modo insofferente pensando di avere sempre ragione senza mai dare risposte esaustive. Sono insofferenti a tutto: alle file, a chi non mantiene le distanze, a chi indossa male la mascherina…
Dicono sempre “ma io pago le tasse”, anche se spesso sono riusciti a evadere…
Io, mi dico, non appartengo a questo mondo, però quando sono davanti a una cassiera che non mi sorride e mi guarda storto, o alla commessa che, a vent’anni, pensa, e ne è convinta, di saperne più di te provo una ribellione e mi sento di appartenere a quell’esercito di eterni scontenti.
Questa pandemia ha fatto diventare molti dei non più giovani gente “schizzata” che mal sopporta gli altri: il vicino di casa, quello sui mezzi pubblici, il passante; che si lamenta sempre se non riescono a salire con facilità sul tram, se l’obliteratrice non funziona o se non si fermano davanti alle strisce pedonali…
Naturalmente davanti a una costante maleducazione hanno quasi sempre ragione; ma io non desidero appartenere a questo esercito.
Per favore, salvatemi!
di Alessandro Prisco