Le pensioni secondo Libertates

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Ogni cittadino dovrebbe poter andare in pensione quando vuole, come vuole e con la pensione che ha deciso di avere.

CAPITOLO 1 I vari sistemi pensionistici
  1. Retributivo
    Il calcolo della pensione viene fatto sulla base di quanto percepito al momento del termine del rapporto di lavoro.

    • E’ stato il sistema applicato in Italia sino alla “riforma Dini” del 1995.
      Veniva calcolato in genere sulla media degli ultimi tre anni e copriva buona parte dello stipendio (circa l’80%).
    • È il sistema che, applicato nella sua interezza (100%), garantirebbe al meglio il lavoratore che continuerebbe a percepire con la pensione quanto percepiva prima in busta paga. Applicato in questo modo, avrebbe anche reso superfluo il Tfr, cioè la quota di stipendio lasciata dal lavoratore all’azienda e ricevuta al momento della fine del rapporto (misura irrazionale per chi non cambia spesso azienda, riceve quindi questa somma solo a fine carriera e si vede però ridotto lo stipendio quando è giovane e ha maggiori spese).
    • Il sistema retributivo, anche nella sua forma attenuata (80% dello stipendio) si è però rivelato comunque troppo costoso per l’ente previdenziale, ed eccessivamente favorevole per chi ha lavorato solo pochi anni e comunque riceve la stessa pensione di chi ha lavorato, e pagato contributi tutta la vita.
  2. Contributivo
    Il calcolo della pensione viene fatto in base ai contributi versati.

    • E’ il sistema che più si avvicina allo schema assicurativo (che è quello originario di questi sistemi nati tutti come assicurazione obbligatoria per la vecchiaia).
    • E’ quello attualmente applicato in Italia per tutti coloro che hanno iniziato un rapporto di lavoro dopo il 1995
    • Il calcolo viene effettuato moltiplicando il montante individuale (cioè quanto versato aggiornato attraverso un coefficiente di rivalutazione annuale) per un coefficiente di trasformazione (che tiene conto dell’età in cui inizia la pensione).
  3. Privatistico
    La pensione viene fornita da un’assicurazione privata.

    • vengono utilizzati i parametri e i criteri dell’assicurazione privata a rendita vitalizia: cioè a partire da una data prefissata nel contratto viene corrisposta per tutta la vita residua una rendita calcolata sulla base delle somme versate
    • In questo caso non esistono ovviamente vincoli né su quanto versare, né su quando incassare la rendita. In questo caso il solo limite è quello stabilito dalle norme di legge fissate per favorire questi investimenti pensionistici, che usufruiscono di una tassazione vantaggiosa, e per impedire investimenti speculativi camuffati da fondi pensione.
    • Si tratta di un sistema che, per quanto controllato dallo Stato, ha un certo grado di incertezza sia per la possibilità (remota ma sempre presente) di un fallimento del fondo pensione, sia per la possibilità (questa molto più concreta) di una contrazione della pensione dovuta a oscillazioni del rendimento degli investimenti (inflazione ecc.).

di Libertates

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