Negli ultimi tempi l’Italia è stata invasa dai bonus: dai più vistosi e importanti quali il “superbonus 110%” ai più piccoli e insignificanti quali il bonus rubinetti o il bonus giardino. Non c’è settore che si sottragga alla pioggia di bonus: dalla scuola, alle auto, dalla psicanalisi alle terme.
Alzi la mano chi non ha mai usufruito di un bonus…
Eppure questi bonus da un punto di vista liberale hanno gravissimi difetti:
- sono spesso distorsivi in quanto si applicano solo a chi ha un reddito inferiore a una certa soglia (generalmente l’Isee con la conseguenza di un incitamento all’evasione perché così no solo si pagano meno tasse ma si ottengono anche i bonus) oppure solo a certe operazioni che implicano spese accessorie (come il caso del superbonus utilizzato più per rifare villette o seconde case che per migliorare case davvero fatiscenti)
- ma soprattutto non forniscono ai cittadini maggiori possibilità di fare e di guadagnare scegliendo liberamente come e dove utilizzare le proprie risorse (anche sbagliando o sprecando, perché no), ma incitano ad aspettare passivamente il sussidio (facendo così spese spesso inutili e non importanti fatte solo perché gratuite o a prezzi irrisori).
Si rafforza in questo modo nei cittadini la mentalità del suddito che aspetta passivamente ciò che il signore decide e offre; proprio l’opposto del comportamento del cittadino cosciente e autonomo che sa di essere parte di uno Stato che deve offrire indistintamente a tutti i propri servizi.
Occorre impegnarsi a migliorare i servizi, le strutture (dai trasporti, alla magistratura, dalla sanità alla scuola) per permettere ai cittadini di vivere meglio e di guadagnare di più. Non per niente in Italia la produttività è aumentata meno che negli Paesi UE e i salari sono addirittura diminuiti (rispetto al costo della vita, naturalmente).
Altrimenti rischiamo di fare come i Borboni di Napoli che lanciavano dalla carrozza monete d’oro ai popolani osannanti, mentre il Regno mancava di tutto, dalle strade alle scuole, dalle industrie agli ospedali…
di Angelo Gazzaniga