Anche se, alla fine, si parla di successo per un condono che ha reso 1,3 miliardi anziché i 2 previsti non si può negare che sia stato un flop e ciò è anche dimostrato che lo si intende prorogare (secondo un costume tipicamente italiano) sino a dicembre.
Ma perché un condono generosissimo, che permette di pagare un’imposta del 5-10
% su quanto non dichiarato negli anni precedenti (eufemismo per non dire evaso) ottenendo in più la certezza di ottenere l’impunità per i prossimi due anni non ha ottenuto l’adesione totale degli interessati?
Non certo perché nelle categorie interessate non ci sia evasione: dai dati del Ministero l’evasione tra gli autonomi raggiunge il 70% degli incassi.
Allora rimane un sola risposta: conviene tutto sommato continuare a evadere: infatti nell’anno 2023 i controlli eseguiti dall’Agenzia delle Entrate hanno riguardato il 4% degli interessati.
Ciò significa che, statistica alla mano, esiste una probabilità di essere controllati ogni 25 anni. E dato che la prescrizione per le dichiarazioni dei redditi è di cinque anni, anche se si viene controllati esiste comunque un largo periodo di impunità.
Se si vuole effettivamente che tutti paghino lev imposte dovute esiste un solo sistema efficace e non penalizzante per chi le imposte le paga davvero: lotta all’evasione con tutti i mezzi possibili e non solo a parole: solo così si potrà davvero arrivare a una riduzione del carico fiscale per tutti i cittadini, non con i condoni.
di Libertates