Da una recente indagine del “Sole24ore” il 45%v dei comuni al di sotto dei 5000 abitanti utilizza servizi in consorzio o addirittura di altri comuni per ridurre le spese e per ottenere efficienze di scasla.
E allora perché non fare quello che Libertates suggerisce da anni?
Accorpare più comuni per ottenere una soglia minima che permetta loro di funzionare. Infatti ai comuni si richiedono oggi tante competenze che mai prima erano state chieste loro: dalla necessità di avere un geologo per gli studi sulle criticità del territorio, a tecnici e funzionari esperti nel creare e gestire bandi di concorso.
Se l’unica soluzione possibile è mettere in comune tutte queste necessità, perché non unificare anche la struttura burocratica eliminando sindaci, consiglieri e quant’altro rappresenta solo un costo e un impiccio?
Sarebbe sufficiente lasciare presso ogni vecchio comune un ufficio distaccato che possa seguire le necessità dei cittadini, proprio come stanno facendo le poste, la Chiesa o le farmacie.
Del resto in una società connessa e mobile come la nostra che necessità c’è di avere un Municipio in un comune di magari solo 500 abitanti, quando posso connettermi in tempo reale con ogni parte del mondo?
È una soluzione che è già stata applicata in Svizzera, dove nel solo Canton Ticino i comuni sono passati da 135 a 31 senza nessun problema, mentre in Italia i comuni restano più di 7000.
Ma forse il mantenere in vita tanti municipi non serve tanto a soddisfare le esigenze dei cittadini quanto la fame di incarichi e prebende?
di Angelo Gazzaniga