Nella nuova legge sul regolamento degli Ncc (noleggio con conducente), cioè in pratica tutti gli autonoleggi e le compagnie tipo Uber sono state introdotte normative che potrebbero essere utilizzate per un esempio di corporativismo.
Si tratta infatti di norme, specificatamente quella che impone ai conducenti di rientrare in autorimessa e rimanervi almeno 20 minuti prima di riprendere un’altra corsa, che non ha nessuna giustificazione logica: non serve a garantire gli autisti, né gli utenti (perché allora cosa dovrebbero fare gli autisti dei bus che possono guidare per otto ore? e non serve a regolamentare la concorrenza all’interno degli Ncc (cosa di cui non sentono alcun bisogno).
È una normativa che ha un unico scopo: blandire e appoggiare la lobby dei tassisti, una delle più chiuse, immobili e retrive.
In questo modo invece di favorire un servizio che si definisce pubblico lo si affossa: altro che libero mercato, concorrenza, servizio per il pubblico. I tassisti otterrebbero quello che hanno sempre desiderato e chiesto: essere i soli a fare questo servizio alle tariffe da loro decise, con gli orari da loro concordati e soprattutto con una domanda spesso superiore all’offerta: il monopolio ideale, insomma.
Pazienza se poi alla stazione Termini ci sono code interminabili (che finiscono anche sul New York Times) o se un anziano non trova il mezzo per andare a farsi curare: intanto i turisti non votano e gli anziani tacciono!
Gli unici rimedi a una situazione medievale sarebbe la solita: libera concorrenza con limiti e paletti a garanzia degli utenti e dei lavoratori.
Ma forse è solo un’utopia, anche se il Tar del Lazio ha perlomeno temporaneamente bloccato il decreto
di Angelo Gazzaniga