Una trovata geniale nella saga Alitalia: cambiamo nome alla vecchia compagnia e il problema sarà risolto!
Nell’ormai stucchevole storia della trattativa Alitalia-Etihad per sottrarre la compagnia italiana a quel fallimento da tanti (noi di Libertates tra i primi) ritenuto inevitabile a meno di clamorosi aiuti di Stato (più o meno mascherati) è apparsa una novità: gustosa quanto originale.
Tutti i debiti della vecchia Alitalia verrebbero fatti confluire non in una “bad company” (cha presuppone un intervento dello Stato per ripianare almeno parzialmente i debiti come è avvenuto per la prima Alitalia), ma in una “old company” (per cui lo Stato non interverrebbe).
Soluzione che risolve il problema con una trovata tipicamente italica: si cambia la definizione e il problema è risolto: una versione attuale del “ego baptizo piscem” medievale…
In pratica con “bad company” si definisce una società in cui vengono fatti confluire tutti (o parte) dei debiti pregressi che così non pesano sulla nuova società: e poi si vedrà…
Invece una “old company” … è la stessa cosa con un nome diverso.
In capo a questa società si farebbero comunque confluire:
- gli esuberi di personale da mettere in cassa integrazione (che naturalmente pagherebbe l’INPS, cioè noi cittadini)
- i potenziali rischi di perdite dovute a sentenze avverse ad Alitalia (circa 500 milioni): chi li pagherà visto che la “old company” non avrà redditi?
- Gli altri debiti che Etihad non intende assolutamente accollarsi: vedi sopra…
Si afferma che questa società potrebbe ripagare a poco a poco i debiti grazie cagli utili generati dalla nuova “Alihad”
Ma perché cedere il 49% a Etihad per pagare i debiti con gli utili del 51% rimanente?
Se il 51% degli utili previsti fosse sufficiente a ripagare tutti i debiti a maggior ragione converrebbe non vendere nulla e tenersi tutti gli utili, ma con tutta probabilità gli utili (se ci saranno) andranno a Etihad e non certo alla “old company”.
Sono a ben vedere i soliti ragionamenti ipotetici per evitare quel fallimento inevitabile in ogni economia sana e ben gestita e rifiutato tenacemente da chi, come sempre, spera di accollare le perdite delle sue scelte dissennate allo Stato (cioè a noi cittadini)
Angelo Gazzaniga