l mistero buffo dei Fondi strutturali della Ue

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È dal 1988 che la UE utilizza i “Fondi strutturali” per la politica di aiuti economici alle zone disagiate. Fondi utilizzati da tutti, tranne il Sud dell’Italia: per una precisa scelta o piuttosto per ignoranza, ignavia o sporchi interessi? – I di Salvatore D’Alesio

Forse, è noto a qualcuno, che i “Fondi Strutturali” sono gli strumenti della Politica della Coesione Economica e Sociale, adottata ufficialmente dalla U.E., con l’Atto Unico Europeo del 1988, ma già’ aleggiante, fin dal Trattato di Roma del 1958.

Infatti, con l’istituzione, nel Trattato di Roma, della Banca Europea per gli Investimenti (B.E.I. ), l’allora Europa dei 6 Stati, fondatori e sognatori, proponevano il modello della solidarietà fra Stati e con la successiva istituzione, nel 1962 del Fondo Sociale Europeo ( F.S.E. ) e nel 1975 del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (F.E.S.R. ), creando il “matrimonio” tra B.E.I. e FONDI, promuovevano il “fidanzamento”, tra solidarieta’ e coesione.

Coesione e solidarietà erano finalizzate a rendere il Mercato Comune, poi denominato, col Trattato di Maastricht, “Unico”, una grande area senza differenze tra regioni, citta’, Paesi: un grande territorio, che con i soldi della B.E.I. e dei Fondi Strutturali, distribuisse agli Imprenditori, agli Enti pubblici, alle Università, ai giovani, ai Professionisti, enormi somme, per investimenti e progetti, tali da accendere l’occupazione e il benessere.

Gli altri Stati ne approfittarono e con quei soldi riequilibrarono molto presto le loro aree svantaggiate e la Germania, prendendo, montagne di risorse U.E., riequilibrò, a tempo di record, la Germania dell’Est, che era addirittura un altro Stato in degrado, con ben 25 milioni di abitanti.

L’Italia non fece e non prese nulla o pochissimo di quei tanti soldi, così che il Mezzogiorno rimase sadicamente svantaggiato, senza investimenti, privo di progetti, povero, senza strutture e infrastrutture e con picchi di altissima disoccupazione giovanile (vedi la Calabria).

Il “sadismo” non si fermò a questo punto.

L’Italia, nel frattempo, passò dalla cretinaggine all’imbroglio e firmò nel 1995 il “Patto di stabilità e crescita”, un crudele ossimoro per cui, se anche avessero voluto, Stato e Regioni, sottoscrittori, nel frattempo, dei famosi “parametri strangolatori di Maastricht”, non potevano investire più nulla nel Mezzogiorno.

Trascorrono anni di povertà per il Sud, ed ecco che, nel 2007, i Comuni, nello scenario del “Principio della sussidiarieta”” , che concedeva ad essi la titolarità e l’esercizio di notevoli poteri, attraverso la Programmazione dei Fondi Strutturali 2007 -2013, avevano la possibilità di associarsi tra loro, di realizzare Progetti, di utilizzare i Finanziamenti dei Fondi Strutturali, quelli della BEI, dei tanti Programmi, ad alta energia finanziaria, quali ad esempio, il Programma Jessica, per la ristrutturazione dei Centri Storici o il Programma Jeremie, per aiutare, con piccoli prestiti, le P.M.I. sane, ma in crisi.

Ma nessun Comune e nessun sindaco sapeva nulla circa l’utilizzo di queste risorse, nessuna informazione giunse dalle Regioni o dallo Stato.

Poi, scoppiò la crisi , che il Sud visse e vive “piangendo” , tra l’emigrazione coatta dei suoi giovani e il fallimento di migliaia e migliaia di imprese: e in questo quadro, per soprammercato, l’Italia è ben lieta di firmare il “fiscal compact” che impedisce ulteriormente ogni afflusso di soldi al Mezzogiorno.

Il che prova quanto sia maledetta, inservibile, sadica, inutile l’”austerity”! Il mistero dell’ignoranza italiana di quali siano le “fonti” finanziarie dell’U.E. e del “come” funzionano i Fondi strutturali, la B.E.I, o il Programma Jessica o Jeremie, o tutte le altre numerosissime “fonti” finanziarie, che diffondono ingenti risorse a P.M.I. ,ad Enti, rimane un “mistero buffo”.

Sara’, per legislazione complessa, per scarsa informazione, o per una strategia immorale decisa a tavolino ?

Non si sa o, forse, qualcuno sa.
Qualcosa di certo emerge da questo sintetico quadro : l’Italia è “figlia” di una classe politica cretina… per cui non puo’ non assomigliare ai…..genitori.

Salvatore D’Alesio
Economista, Docente di “Finanza e Legislazione Comunitaria”, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Camerino

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