Una riflessione sull’attore Seymour Hoffman, recentemente morto a 46 anni
certo che lo può e (direi anche, per certi aspetti ) lo deve fare, da Carlo Ludovico Ragghianti a noi, dal momento che l’attualità e la storia ci pongono in contatto con aspetti cruciali del tempo ( ad esempio, il percorso di Cinema e Filosofia, su Utopia e Antiutopia, da ‘1984’ a ‘Matrix’, da “The Truman Show’ a “The Island”, tenuto nella Università Vico con il professor Vizzini ). Ora accade della tragica morte per overdose dell’attore quarantaseienne Seymour Hoffmann, efficace e sensibile interprete di “Truman Capoti” e “The Master”. Ma io voglio ricordare l’ “Idi di Marzo”, di e con George Clooney, là dove l’attore impersona Paul, il consigliere del Governatore Morris candidato alla Presidenza, assetato di “lealtà”, di bisogno di fedeltà e trasparenza, fino al punto da subire lo scacco d’esser messo in disparte da parte dell’altro consigliere, interpretato da Ryan Gosling, il giovane rampante che sfrutta le vicende elettorali nell’ Ohio e un dubbio scandalo erotico dell’aspirante Presidente, per volgere a proprio favore il disegno di “tradimento”, ordito dall’altrettanto grande e astuto Paul Giamatti. Ora, in questo film, che è del 2011, si direbbe risiedere una probabile “spiegazione” della fine di Seymour Hoffmann (al di là dell’accadimento specifico legato al fenomeno inquietante della tossicodipendenza ): ed è il passaggio in cui si abbandona a una confidenza autobiografica ( l’aver cioè respinto le tentazioni di tradimento fin da giovane ), ma con un autocontrollo, una vigilanza interiore, un dominio assoluto del gesto e della parola che ne fanno uno dei più bei inserti del cinema contemporanea. Seymour Hoffmann portava in animo i segni di una lealtà ferita, di un tradimento subito dall’amico e fratello: e giusto in quegli anni riprese la propria “discesa agli inferi”. Del resto, anche nel film ( forse minore ) “The Jakal”, con Bruce Willis nelle parti dello spietato e ambiguo terrorista Carlos, lo sfortunato attore diede presenza al fabbricante d’armi micidiali, su cui il terrorista si esercita per misurarne l’assoluta precisione. Seymour Hoffmann porge il petto e il braccio all’offesa, Auguro che gli amici Clooney e Giamatti, innamorati dell’ Italia ( fors’anche dell’intelligenza del filosofare italico, tra Italo Calvino e Andria e New York ), aiutino spiritualmente la famiglia, moglie e tre figlioletti, del grande attore.
Giuseppe Brescia