Il Presidente dell’Aduc sottolinea un comportamento tipico delle aziende italiane: anziché chiedere la libera concorrenza ci si lamenta per il taglio degli aiuti, tipico comportamento all’opposto di un sano liberismo
Nel recente decreto competitivita’ sono stati tagliati gli sconti sulla bolletta elettrica di cui godono i convogli ferroviari: un centinaio di milioni per Trenitalia, 20 milioni per una ventina di operatori merci e altrettanti 20 milioni per Ntv (la spa di Italo).
Sintomatica -a nostro avviso- la “protesta” del presidente di Ntv che accusa il Governo, come conseguenza, di voler tornare al Medioevo del trasporto ferroviario e di operare contro il libero mercato. Boom!! Antonello Perricone l’ha sparata grossa perche’, secondo lui, sarebbero a rischio anche un miliardo di euro di investimenti privati e oltre mille giovani lavoratori (1).
Sintomatica perche’, a parte l’allarmismo pietistico, ci indica come si muovono alcune grandi aziende nel nostro Paese. Noi, che peroriamo il libero mercato, credevamo e crediamo che un mercato dovrebbe essere tale grazie alle varianti tra offerta e domanda, senza condizionamenti se non quelli della qualita’ e dei costi per gli utenti finali. Invece no, sembra -per Ntv- che il libero mercato possa essere tale se le aziende sono pagate da Stato e contribuenti, altrimenti si attenta a questo mercato e si torna al Medioevo. Noi di Aduc ci paghiamo per intero le nostre bollette energetiche, senza agevolazioni anche perche’ non vogliamo -essendone contrari- nessun finanziamento pubblico. E non ci sembra -ognuno nel proprio ambito e nelle proprie dimensioni- che la funzione sociale che svolga Aduc sia di minore importanza rispetto a quella di una concorrenza sul trasporto ferroviario. Perche’ quest’ultimo si deve prendere dai soldi dei contribuenti 20 milioni ogni anno, visto anche che, nella fattispecie, si tratta di una spa dove gli utili finiscono nelle tasche di privati che ne fanno quello che piu’ gli piace. E noi di Aduc, tra l’altro, siamo anche un’associazione no-profit, e gli eventuali utili devono solo essere reinvestiti nell’attivita’ prevista dal nostro statuto.
Evidentemente la storia di aziende come la Fiat della famiglia Agnelli continua a servire solo da esempio e non da errore da non reiterare: i debiti allo Stato e gli utili all’azionista.
Crediamo che fintanto il capitalismo italiano annoverera’ questi imprenditori, e se lo Stato -come bene ha fatto nel caso dei nostri tagli elettrici- non continuera’ in quest’opera di sfoltimento e azzeramento, le speranze di avere un societa’ ed una economia che funzioni resteranno sulla carta. Auspichiamo che non ci siano ripensamenti in merito e che si continui ad andare avanti in questa direzione perche’, in teoria e in pratica, a beneficiarne dovrebbe essere il consumatore e l’utente finale, cioe’ il 100% degli italiani e -come ricaduta- chiunque paghi una bolletta, dovendo questi costi, per il calo degli oneri dello Stato, calare.
(1) http://www.ntvspa.it/it/ntv/pagine/1614/Dichiarazione-del-Presidente-di-Ntv-Antonello-Perricone
“……… Per esempio, ci chiediamo se il Presidente Renzi sia a conoscenza delle conseguenze del provvedimento sull’energia del suo governo, con il quale si mette a tappeto la concorrenza nel trasporto viaggiatori sull’Alta Velocità.
Caricare su Ntv, così come prevede il decreto, un costo di circa 20 milioni di euro annui per i maggiori oneri della bolletta elettrica, significa cambiare, in corsa e in peggio, le regole del gioco e aprire le porte al ritorno di una situazione di monopolio. Questo governo, in una situazione economica di crisi già tanto grave, vuole davvero mettere a rischio un miliardo di euro di investimenti privati e oltre mille giovani lavoratori? Se è davvero così, si assume una responsabilità gravissima: uccidere la concorrenza e tornare al Medioevo del trasporto ferroviario. Francamente, le attese su questo governo erano ben altre, non certo quelle di azioni, così dure, contro il libero mercato”.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc