Schettino e il Rettore della Sapienza: due figure diverse, ma una storia simile, di un’Italia che non vorremmo più vedere
Non meraviglia più di tanto che (dopo il corso di Pippo Baudo all’Università dell’Insubria o la lectio magistralis di Briatore alla Bocconi) anche il comandante Schettino abbia potuto tenere il suo bell’intervento sotto l’egida dell’Università della Sapienza a Roma.
Di Schettino sappiamo, purtroppo, tutto: cattivo comandante (si porta l’amante a bordo, sbaglia manovra), cattivo uomo di mare (abbandona la nave con passeggeri ancora a bordo) imputato di disastro colposo (non dimentichiamo che 32 persone sono morte sulla sua nave) si fa vedere a feste e incontri mondani…
È, insomma, il prototipo dell’italiano che non avremmo più voluto vedere e che tanto danno ci ha fatto nell’opinione pubblica estera: superficiale quanto incapace, arrogante quanto vigliacco, tutto fumo e niente arrosto…
Ma non ci saremmo mai aspettato che un’università ricca di storia e di prestigio quale la Sapienza arrivasse al punto di sponsorizzare un evento organizzato da un proprio professore con Schettino come protagonista.
Anche questa è un’Italia che non vorremmo vedere: il trionfo dell’effimero, dell’apparenza, del pressapochismo, dell’inefficienza.
Il rettore (bravissimo ed efficientissimo nel piazzare parenti e amici nei vari incarichi) viene a sapere del fatto un mese dopo da un articolo de “Il Mattino” (ma a che servono le centinaia di impiegati di questa università?), il professore afferma che non si era interessato direttamente (ma perché non avere neppure il coraggio di difendere le proprie scelte?) ecc ecc
Uno spaccato di una certa Italia: non servono leggi, grida, denunce (ce ne sono già fin troppe); servirebbe quella cultura liberale, quella coscienza di essere cittadini e non sudditi che Libertates da sempre cerca di propagandare e diffondere.
Angelo Gazzaniga