Quella che serve per il rilancio dell’occupazione è una legge veramente liberale: come quella di Spagna e Germania
È già iniziata la battaglia sulla riforma del sistema delle leggi sul lavoro.
Slogan, battute, insulti, veti, dichiarazioni nei talk show televisivi: tutto l’armamentario della peggiore politica italiana entra in campo. Risultato: parole tante, progetti pochi.
Si cerca una soluzione all’italiana: garantire quello sviluppo dell’economia (e quindi dell’occupazione) ormai indifferibile senza modificare o stravolgere quelle strutture e quei meccanismi (o meglio quei privilegi e quelle sacche di privilegi) che ci soffocano e ci ingabbiano ormai da decenni.
Eppure abbiamo degli esempi di riforma della normativa sul lavoro che sono stati applicati con successo nella nostra vecchia Europa:
- la riforma attuata da Schröder (uomo della socialdemocrazia!) in Germania: riforma che ha permesso di rilanciare l’economia tedesca dopo il momento difficile seguito alla riunificazione
- la riforma del mercato del lavoro imposta dalla UE (che non è sempre da condannare!) alla Spagna (del Rajoy esponente del centro-destra) tre anni fa: a tutt’oggi le esportazioni spagnole sono aumentate del 10% mentre quelle italiane si sono ridotte del 3%: un dato semplice quanto illuminante.
Tutte e due le riforme hanno avuto un’impronta specificatamente liberale: maggiore libertà di contrattazione, minori vincoli e minori rigidità del mercato del lavoro.
In ambedue i casi c’è stato (va ammesso) un iniziale aumento della disoccupazione, ma poi in breve l’industria (unico vero produttore di occupazione) ha ricominciato a girare e tutta l’economia (e di conseguenza l’occupazione) ha ricominciato a migliorare.
Come da sempre sostenuto da Libertates le vere riforme (soprattutto quelle liberali) non si possono fare con il consenso di tutti: altrimenti sono solo riforme di facciata.
Se non vogliamo che tante promesse e tante speranze finiscano nel nulla dobbiamo seguire l’esempio di chi queste riforme le ha già fatte: l’economia riparte quando c’è più libertà per tutti.
Angelo Gazzaniga