Come difenderci da Ebola? Respingendo tutti coloro che cercano salvezza in Europa? Potrebbe essere una soluzione?
Calma e sangue freddo. Il virus ebola, che fino ad ora – dicono – si era diffuso soltanto per contatto, potrebbe propagarsi in futuro anche per via aerea, cioè raggiungerci mentre viaggiamo in autobus o passeggiamo in un parco. Infatti l’epidemia in atto in Africa occidentale si presenta come la più difficile di sempre da combattere e arginare. L’Onu paventa aumentati pericoli – dichiara Anthony Banbury, il capo della missione inviata in Africa occidentale e che ha posto la sua base ad Accra, in Ghana. Dopo aver visitato le zone colpite, Banbury ha detto al quotidiano «The Daily Telegraph» che il virus dell’ebola, finora legato al contatto, potrebbe mutare e diffondersi per via aerea se l’epidemia non verrà tenuta sotto controllo velocemente: ha chiarito che «si tratta di un’ipotesi improbabile, ma che non può essere esclusa». Del resto, i lettori dell’impressionante bestseller “Area di contagio” scritto da Richard Preston e pubblicato dieci anni fa dalla Rizzoli, ricorderanno l’ipotesi che il virus appunto potesse trasmigrare da una persona all’altra, solo per essersi trovati casualmente nelle vicinanze.
Il contesto internazionale dell’epidemia non induce all’ottimismo: il prezzo pagato dagli operatori sanitari nei Paesi colpiti – Liberia, Guinea e Sierra Leone, oltre a un focolaio dichiarato già sotto controllo in Nigeria e a un caso accertato in Senegal – è alto. Nell’ultimo bilancio diffuso dall’Organizzazione mondiale della Sanità, quello che riferisce di 3338 morti su 7178 casi di contagio, si specifica infatti che erano operatori sanitari 377 contagiati, 216 dei quali sono morti. A un ceppo del virus ebola diverso da quello che ha colpito l’Africa occidentale è dovuta l’epidemia registrata nelle settimane scorse nella Repubblica Democratica del Congo e che ha provocato 42 morti: tra le vittime figurano otto operatori sanitari. Anche negli Stati Uniti cresce la paura dell’ebola. In Texas sono considerate potenzialmente a rischio di aver contratto il contagio almeno cento persone, quelle venute a contatto con Thomas Eric Duncan, il paziente liberiano in condizioni critiche ricoverato dopo il suo arrivo a Dallas. E mentre dalle Hawaii arriva la notizia di un nuovo caso sospetto, in Liberia è risultato positivo al test dell’ebola un cameraman statunitense dell’emittente Nbc News. Un secondo caso è stato infine segnalato in Germania.
E qui sia lecito porre un interrogativo: l’operazione Mare Nostrum voluta dal governo italiano, che ha messo le emozioni al posto della ragione, e l’ideologia pauperistico-terzomondista al posto del senso laico dello Stato, ha preso in considerazione l’ipotesi che un caso di ebola annidatosi su uno dei barconi di migranti clandestini possa trasformare una tragedia africana in un dramma europeo? Dobbiamo levarci il cappello davanti ai ricercatori, in particolare italiani, che hanno messo a punto un vaccino potenzialmente efficace; ma se uno Stato non si occupa preventivamente, e innanzitutto, della sicurezza dei suoi cittadini, come dobbiamo giudicarlo?
Gaston Beuk