Il CdA della RAI ricorre al TAR contro i tagli: ma la spending review non dovrebbe esserci ance alla Rai?
Alla Rai ormai non hanno più vergogna. Il sì del cda al ricorso contro il taglio di 150 milioni di euro all’azienda, voluto dal governo per recuperare risorse in tempi di spending review, è un pugno nello stomaco di quegli italiani costretti ogni giorno a convivere con i sacrifici. In tempi di aziende che chiudono, di cassa integrazione, di disoccupazione giovanile oltre il 40% e di tagli alla sanità (e si potrebbe continuare pressoché all’infinito) questa figuraccia viale Mazzini se la poteva davvero risparmiare. In pratica i componenti del cda, che prendono uno stipendio che farebbe impallidire qualsiasi operaio o impiegato italiano, si permettono di ricorrere contro un taglio che giudicano evidentemente ‘inammissibile’. Perché invece non parlano del costo di tutte le trasmissioni inutili che fanno sorbire quotidianamente agli italiani? Tra l’altro con sempre le stesse facce a condurre da più di 30 anni. Oppure vogliamo parlare di quanti dipendenti all’interno dell’azienda servono solo a tenere calda la sedia?
Dunque il cda Rai dovrebbe avere almeno il buon senso di accettare, in silenzio e abbassando la testa, il taglio di 150 milioni perché è una carezza rispetto a tutti gli sprechi che si dovrebbero andare a colpire all’interno di viale Mazzini.
Flavio Stilicone