La vertenza di Milano tra vigili e Comune nasconde in realtà un problema: qual è l’effettivo ruolo dei vigili nella comunità urbana
Nella vertenza sindacale tra i vigili di Milano e la Giunta Pisapia ha prevalso per ora il senso di responsabilità e la capacità contrattuale delle parti, ma la partita rimane aperta perché ad essere in discussione è l’applicazione di un nuovo modello retributivo. Il Comune, che deve rispettare la scadenza di fine anno prevista da una legge, sostiene che non intende tagliare le retribuzioni né mettere in discussione il contratto decentrato, ma solo cambiare le modalità di erogazione del salario accessorio. Le organizzazioni sindacali non si fidano (stiamo parlando di valori annui tra 5700 e 7300 euro circa che si aggiungono ai minimi contrattuali) perché le modalità non sono ancora chiare.
Se il monte retributivo rimane inalterato, poiché il salario accessorio deve essere legato non solo alla presenza ma anche al raggiungimento di obiettivi prefissati, le retribuzioni complessive dei singoli potrebbero variare in aumento o in diminuzione. La questione è delicata perché da una parte sta un principio largamente condiviso per cui deve esistere un rapporto tra retribuzione e responsabilità, grado di rischio, professionalità ed efficienza della prestazione di ogni lavoratore, ma dall’altra mancano ancora criteri applicativi trasparenti.
Nonostante il clima di incomprensione profonda tra le parti il compromesso, che ha garantito la presenza della Polizia Municipale nelle festività prenatalizie, ha ricondotto la trattativa al punto di partenza senza vincitori né vinti ma con il vincolo di trovare una soluzione in tempi ravvicinati.. L’augurio per un accordo deve essere accompagnato da due riflessioni. La prima è che la Polizia Municipale, soprattutto nelle grandi città, è una realtà particolare, che si legittima costruendo un rapporto fiduciario con i cittadini e che va governata riconoscendone le peculiarità.
Non si tratta solo di gestire il traffico, controllare gli esercizi commerciali e le attività industriali ma di affrontare le emergenze di ogni tipo, ambientali o di ordine pubblico. Queste caratteristiche fanno del corpo di Polizia Municipale un soggetto collettivo che dovrebbe essere regolato da un sistema contrattuale specifico e fortemente decentrato.
La seconda riflessione riguarda le forme di lotta. Le istituzioni possono sempre ricorrere a regole cogenti per garantire i servizi pubblici essenziali. Ma un utilizzo equilibrato del potere contrattuale di cui dispongono alcune categorie, costruendo un canale di informazione diretto con l’opinione pubblica, ne otterrebbe un apprezzamento sicuramente utile alla trattativa riducendo nello stesso tempo gli inevitabili disagi che ricadono sui cittadini.
Walter Galbusera