Libertates.com rivolge un appello a tutti i direttori: pubblicate tutti i giorni una vignetta di Charlie Hebdo. Difendiamo così la nostra libertà
Il massacro dei terroristi islamici contro il giornale satirico Charlie Hebdo è un attacco alla libertà di tutti noi, nessuno escluso. Non si può morire così, giustiziati a sangue freddo da chi, gridando “Allah è grande”, pensa di vendicare l’offesa arrecata all’islam. Prima di tutto perché non c’è offesa: Charlie Hebdo nel corso degli anni ha preso di mira tutti, cattolici, ebrei, musulmani e politici. Ci si può risentire, criticare e persino offendere per una vignetta, ma arrivare a uccidere, spezzando per sempre quelle matite dissacranti, offende la dignità dell’uomo.
#JeSuisCharlie è l’hashtag che, subito dopo il massacro, ha iniziato a girare su Twitter. Un piccolo segno di affetto e vicinanza alle povere vittime di Parigi. Ma anche un segno di ribellione, uno scudo che dobbiamo alzare per proteggerci da chi vuole ucciderci e umiliarci, negando il nostro bene più prezioso, la libertà. Libertà anche di poter dire cavolate. Come ha giustamente sottolineato Philippe Ridet, corrispondente dall’Italia per “Le Monde”, è inaccettabile cercare in una satira che si sarebbe spinta troppo oltre i canoni del “politically correct” la giustificazione per la barbarie: la libertà di stampa non è mai eccessiva, è stata anzi, anche con i suoi eccessi, uno dei fattori determinanti nella nascita delle democrazie occidentali.
Non siamo di fronte a una guerra di religione, sarebbe stupido e controproducente pensarlo. C’è un salto di qualità (questo sì) del terrorismo di matrice islamica, che dal progettare attacchi con le bombe è passato al feroce blitz di un commando. La reazione deve essere forte e bisogna restare uniti più che mai. Lo ha sottolineato giustamente il presidente francese François Hollande, che ha parlato al suo Paese la sera dell’attentato.
Oltre al sangue versato i terroristi purtroppo hanno già raggiunto un altro risultato: hanno seminato la paura. Qualcuno ha subito abboccato, decidendo di oscurare le vignette “incriminate”, per non “offendere” l’islam e non causare, quindi, nuovi possibili attentati. Niente di più sbagliato: se passa il concetto che quelle vignette sono “giustamente” la causa dell’attentato, scaviamo da soli la nostra fossa. Bisogna resistere con forza difendendo le nostre matite e le nostre vignette. Senza offendere in modo stupido e volgare, ma senza mai rinunciare alla nostra libertà. Un esercito di matite per Charlie Hebdo. Un esercito di matite per difenderci da chi ci vuole schiacciare in nome di una visione distorta e malata della religione islamica.
Libertates.com vuole essere l’appuntalapis della libertà rivolgendo un appello ai direttori di tutti i giornali italiani: pubblicate tutti i giorni, in prima pagina, una vignetta (anche piccola) di Charlie Hebdo. Evitiamo che tra pochi giorni o settimane non se ne parli più. Non diamola vita ai terroristi, difendiamo la nostra libertà con cento, mille, diecimila vignette. Facciamolo tutti insieme. Per Charlie. E per noi.
Orlando Sacchelli