Dal Muro di Berlino al Muro di Bruxelles?

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Chi segue l’attualità politica in Italia e nel mondo resta frastornato di fronte al fiume di informazioni, dati e notizie, spesso contraddittorie, che sembra abbiano l’unico scopo di nascondere all’opinione pubblica la verità su fatti ed eventi in corso.

Infatti ben poco si sa di avvenimenti che si svolgono anche ai nostri confini e che possono minacciare la nostra società: si pensi ad esempio alla crisi della Libia ed alla cosiddetta Primavera Araba.

Una fitta cortina di silenzio è scesa sui luoghi più “ sensibili” e ci pervengono solo notizie frammentarie e reticenti.

L’ambiguità, l’ipocrisia, la reticenza, la falsità e la disinformazione hanno preso il sopravvento e diffondono allarme, incertezza ed inquietudine nel mondo.

Perché?

Perché, nessuno osa dirlo apertamente, si sono rotti gli equilibri geopolitici che si erano formati dopo la caduta del Muro di Berlino. Le potenze mondiali sono alla ricerca di nuovi equilibri e di conseguenza crescono le tensioni politiche , economiche, finanziarie e militari nelle diverse aree del globo.

La globalizzazione, la comparsa di nuovi protagonisti, la crescita impetuosa della popolazione mondiale, l’inquinamento ambientale, la lotta per accaparrarsi risorse sempre più limitate, eccetera, hanno generato guerre non dichiarate, ma non per questo meno devastanti, in diversi settori vitali:

guerre economiche, finanziarie, monetarie, per il controllo di territori e risorse, e altre ancora.

E’ in corso una gigantesca gara a livello mondiale per la ridistribuzione dei poteri e delle egemonie nei prossimi decenni.

Ma per il momento tutto avviene segretamente: si occupano le posizioni di partenza più favorevoli e si celano ai potenziali avversari le proprie strategie e le proprie linee d’ attacco.

In Europa si è incrinato il Muro di Bruxelles.

L’Unione Europea e l’Eurozona sono aggredite da forze politiche e finanziarie apparentemente oscure, che ne minano la stabilità e la solidità.

L’attacco all’euro e le manovre sugli spread ne sono la dimostrazione più evidente.

Come sempre, i membri più deboli di una coalizione sotto attacco sono i primi ad essere aggrediti: la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo e poi la Spagna e l’Italia…

Purtroppo manca all’attuale classe politica italiana una visione geopolitica lungimirante, che definisca, con la massima urgenza, la MISSION dell’Italia in Europa e nel mondo ed una strategia di uscita – exit strategy – dalla costrizione politica in cui si dibatte.

Soltanto dal crogiuolo delle prossime elezioni politiche potranno emergere le forze sane e vitali in grado di individuare per il nostro Paese la via della salvezza.

Salvatore Custòdero

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