Le riforme non basta introdurle, vanno anche applicate
Una delle misure più efficaci (e pubblicizzate) della spending review di Cottarelli era la riduzione delle stazioni appaltanti da 32000 a 35. Una misura solo apparentemente tecnica ma invece importantissima per la riduzione delle spese allegre dei comuni e degli altri enti.
Infatti i quasi 90 miliardi di acquisti per beni e servizi non verrebbero fatti più direttamente dai singoli enti, ma da poche e controllate centrali di acquisto: e allora non solo risparmi per acquisti in grandi quantità, ma soprattutto addio alle commesse facili e ai favori ad amici, compari e grandi elettori.
Inevitabile l’opposizione strisciante, bipartisan e comunque efficientissima, favorita anche dalle distrazioni dell’esecutivo:
- il decreto spending (n 66) entra il vigore il 24 aprile del 2014 e i decreti attuativi dovrebbero essere emessi entro 60 giorni
- invece vengono pubblicati sulla Gazzetta solo il 20 gennaio 15
- l’Anci (dopo aver ottenuto una proroga dello Sblocca-Italia) preme per un rinvio
- nel decreto Milleproroghe vengono inseriti una serie di emendamenti che rinviano almeno fino al 2016 l’attuazione della norma
Risultato finale: immobilismo garantito e spese degli enti locali in libertà
Non è sufficiente fare buone leggi: occorre disboscare tutte le procedure bizantine, le lungaggini calcolate, i passaggi a ripetizione tra le Camere, i Ministeri, gli enti vari altrimenti tutto rischia di rimanere nel limbo delle buone intenzioni.
Occorrono, come ha sempre sostenuto Libertates, procedure semplici, trasparenti e controllabili da tutti i cittadini.
Angelo Gazzaniga