I regimi totalitari, qualsiasi origine abbiano,si comportano sempre alla stessa maniera
Il regime chavista venezuelano, un misto di populismo autoritario e marxismo, ha colpito ancora. Cospirazione e associazione in attività sovversiva per il presunto coinvolgimento in un piano golpista sostenuto dagli Stati Uniti: questa l’accusa con la quale è stato convalidato l’arresto del sindaco di Caracas, Antonio Ledezma. Il cinquantanovenne oppositore del presidente Nicolás Maduro, rieletto nel 2013, è stato rinchiuso nel carcere militare di Ramo Verde, nella periferia della capitale, dove da un anno è detenuto anche Leopoldo López, un altro leader del movimento anti-chavista. Ledezma è stato arrestato in un blitz da un gruppo di agenti dei servizi segreti (Sebin) che hanno fatto irruzione nella sede del municipio di Caracas. Gli agenti hanno forzato l’ingresso, bloccato tutte le uscite e poi sono saliti nell’ufficio del primo cittadino. Quindi, tra lo stupore dei funzionari presenti, lo hanno portato via. Il presidente venezuelano Maduro ha giustificato l’irruzione e l’arresto citando una presunta cospirazione dell’opposizione finalizzata a un colpo di Stato, con «il chiaro contributo degli Stati Uniti che — ha spiegato il leader venezuelano — coordinano una serie di azioni secondo un’asse formato da Madrid, Bogotá e Miami». Ora — ha aggiunto il capo dello Stato — Ledezma «sarà giudicato dalla magistratura affinché risponda di tutti i delitti commessi contro la pace del Paese, la sicurezza, la Costituzione». La Casa Bianca ha risposto alle accuse di Maduro definendole false e senza fondamento. «Stigmatizziamo l’atteggiamento del Governo venezuelano» si legge in una nota della Casa Bianca. Maduro — p ro s e g u e il documento — «continua a incolpare gli Stati Uniti e altri membri della comunità internazionale per quello che accade all’interno del Venezuela», un Paese pesantemente colpito dalla crisi economica. Il portavoce dell’opposizione venezuelana, Jesús Chuo Torrealba, ha chiesto di sapere dove è stato portato il sindaco di Caracas e ha preteso garanzie nei suoi confronti. Il direttore del gabinetto del sindaco, Sergio Contreras, ha aggiunto: «Temiamo per la sua vita e per la sua sicurezza. Non sappiamo cosa gli può capitare. Non solo a lui ma a molti altri sindaci ed esponenti dell’opposizione». La moglie di Ledezma, Mitzy, ha scritto un tweet di protesta sull’account del marito: «Lo hanno picchiato e portato via senza alcun provvedimento giudiziario». Come riportano numerosi analisti internazionali, il sindaco di Caracas è stato l’autore, assieme alla deputata María Corina Machado e a Leopoldo López, di un manifesto pubblicato l’11 febbraio scorso su una pagina del quotidiano «El Nacional». Il documento proponeva un accordo nazionale per aprire una fase di transizione al governo. Si è trattato dell’epilogo politico della serie di rivolte che scandirono i primi sei mesi del 2014, quando mezzo Venezuela fu sconvolto da sommosse, scontri, barricate e piccoli attentati organizzati da un’opposizione frammentata su posizioni diverse.
Questo è dunque il volto autentico di un regime che continua a raccogliere le simpatie di molte sinistre europee: con il pretesto dell’anti-imperialismo e del rifiuto del liberismo si rafforza la sfida sudamericana alla civiltà democratica. Spesso con l’appoggio dei “teologi della liberazione” e senza che la chiesa di Bergoglio, così critica nei confronti del profitto capitalistico, faccia sentire adeguatamente la sua voce.
Gaston Beuk