L’appello a Libertates di Vanessa Ledezma: liberiamo mio padre e il Venezuela!

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Parla la figlia del sindaco di Caracas arrestato dai chavisti

“Non lasciate solo mio padre, l’Europa non deve dimenticare quello che è accaduto e sta accadendo in Venezuela”. È l’appello lanciato attraverso Libertates da Vanessa Ledezma, figlia dell’Alcalde di Caracas, Antonio Ledezma, arrestato su ordine del presidente venezuelano Maduro e rinchiuso nel carcere del Ramo Verde con l’assurda accusa di cospirazione per aver firmato insieme ad altri oppositori del regime chavista un manifesto, pubblicato sui giornali, con la richiesta di un governo di transizione capace di ripristinare le garanzie democratiche e soprattutto di affrontare la disastrosa crisi economica che attanaglia il Paese. Maduro, ossessionato dai complotti come tutti i dittatori, ha risposto con un’ulteriore stretta repressiva incarcerando il sindaco di Caracas.
Nei giorni scorsi la moglie Mitzy e il figlio sono riusciti a incontrarlo dopo settimane senza notizie: a quanto si è appreso, lo hanno trovato bene fisicamente e anche dal punto di vista psicologico.
La figlia Vanessa, economista di 32 anni, in Italia da 4 anni, si è messa alla testa del movimento che in Europa chiede la liberazione di Antonio Ledezma, in ciò pienamente sostenuta dei famigliari italiani, in particolare dell’imprenditore Renato Bruno di Piacenza.
Vanessa ha lanciato su internet la petizione internazionale che è in vista della 2 mila 500 firme, ha incontrato numerosi esponenti politici (fra cui il presidente della commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini) ed è stata a Strasburgo al Parlamento europeo, dove i gruppi politici si sono pronunciati in modo unanime per la liberazione di Ledezma.
“Ora – dice – attento provvedimenti concreti, che sono sicura non tarderanno ad arrivare”.
Intanto si mobilitano le comunità venezuelane in Italia: giovedì hanno manifestato a Roma, con una marcia da piazza Cinque Lune; e sabato 14 hanno marciato a Milano, alle 15, da piazza San Babila.
“Non mi farò intimorire da nessuno – afferma Vanessa Ledezma in questa intervista rilasciata a Libertates – Farò il possibile per portare avanti la causa di mio padre, degli altri prigionieri e del Venezuela”.
Vanessa Ledezma, Com’è stato arrestato suo padre, e con quale pretesto? È stata usata violenza su di lui?
È stato preso con la forza da un contingente armato del Sebin, il servizio di intelligence bolivariano, mentre era nel suo ufficio. Lo hanno portato per un po’ di tempo in un luogo sconosciuto e successivamente trasferito al carcere del Ramo Verde. Secondo molte testimonianze è stato trascinato e malmenato.
L’accusa è quella di aver firmato un documento in cui si auspica un governo di transizione: un manifesto pubblico insieme a Leopoldo Lopez e Maria Corino Machado. Successivamente è stata formulata l’accusa di aver tramato un colpo di Stato insieme agli Stati Uniti: un’accusa che offende gli Stati Uniti, i quali hanno smentito ripetutamente, tanto che il presidente Obama ha firmato delle sanzioni contro il Venezuela”.

Che notizie ha di suo padre? Come sta di salute? Siete riusciti a incontrarlo dopo l’arresto?
“Non ho notizie dirette, mi viene riferito che le sue condizioni di salute sono buone. Naturalmente spero che non sia soltanto per rassicurarmi, in quanto non ho potuto incontrarlo di persona.

Sappiamo che Maduro vorrebbe tenerlo in carcere a suo piacimento, ma dal punto di vista giuridico quali sono le iniziative in atto per la scarcerazione di Antonio Ledezma?
“Sicuramente la tesi difensiva sarà basata sulla dimostrazione della inconsistenza delle accuse. Ma non è soltanto una questione di linea giuridica: ora è essenziale non lasciarlo solo, soprattutto dobbiamo fare in modo che non ci si dimentichi di tutto ciò che è accaduto e che continua ad accadere in Venezuela”.

Quante persone hanno firmato la petizione per la liberazione di suo padre? Ci sono tra i firmatari esponenti politici importanti? Com’è possibile aderire su internet?
“Abbiamo ricevuto più di duemila sottoscrizioni, molti sono i politici che si sono dimostrati interessati alla causa di mio padre e non escludo che abbiano firmato. Per firmare la petizione basta andare sul sito CHANGE.ORG Antonio Ledezma”.

Quali sono le iniziative in corso in Italia?
Abbiamo avuto vari incontri istituzionali, e con tutti i gruppi di venezuelani in Italia abbiamo organizzato una marcia a Roma (giovedì 12 marzo) e sabato 14, di pomeriggio, a Milano, partendo da piazza San Babila, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Ringrazio tutto quelli che partecipano, che ci danno ascolto e che diffondono notizie.

Come si è pronunciato il Parlamento di Strasburgo?
“È stata un’esperienza molto positiva: abbiamo registrato un’attenzione particolare alla causa e soprattutto una viva disponibilità a formare una delegazione per recarsi in Venezuela al fine di verificare il rispetto dei diritti umani”.

In generale , come considera l’atteggiamento dei Paesi europei sulla vicenda di suo padre? Ritiene sufficienti le iniziative assunte in suo favore? Cosa chiede in proposito ai politici e agli Stati europei?
“Come ho detto, ho avuto un’accoglienza straordinaria dai rappresentanti del Parlamento europeo, soprattutto le donne. Spero che tutto si concretizzi e si prendano provvedimenti.
Tutti hanno espresso solidarietà e hanno preso posizione contro il governo Maduro, soprattutto per le modalità con cui è stato condotto l’arresto. Aspetto delle risposte concrete, che sicuramente non si faranno attendere”.

E lei, Vanessa, ha ricevuto minacce? Qualcuno ha tentato di intimorirla per bloccare le sue iniziative?
“Non ho ricevuto minacce, e comunque non mi farò intimorire: sono una Ledezma! Farò il possibile per portare avanti questa causa e per mantenere alta l’attenzione mediatica sulla vicenda di mio padre, degli altri prigionieri e del Venezuela”.

Può descriverci in poche parole l’attuale situazione del popolo venezuelano?
“Purtroppo il Venezuela vive la più grande crisi economica e sociale della sua storia con inflazione alle stelle, riduzione della produzione e calo del prezzo del petrolio che contribuisce ancor più a rimarcare la crisi. Mancano i beni di prima necessità, il governo è incapace di mettere in campo strategie efficaci, per cui è in atto una vera e propria recessione economica”.

Come giudica la decisione della Mesa de Unidad di candidare Antonio Ledezma alle elezioni del parlamento, insieme ad altri esponenti dell’opposizione in carcere?
“Mi sembra un atto doveroso. Sono sicura che mio padre dal carcere continuerà con più forza a sostenere i venezuelani.
Spero che le elezioni possano svolgersi sotto un controllo internazionale, per garantirne lo svolgimento in condizioni di libertà e regolarità”.

intervista di Pierluigi Ghiggini

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