Non è vero che in Italia non si facciano mai riforme: spesso vengono osteggiate (e insabbiate) da tutti.
La mediazione è stata l’unica vera e importante riforma attuata nel campo della giustizia in Italia negli ultimi decenni.
In cosa consiste la mediazione? È la possibilità offerta alle parti di ricorrere non al giudice per risolvere una controversia, ma di cercare un accordo con l’assistenza dal mediatore: accordo che ha valore esecutivo, cioè lo stesso di una sentenza passata in giudicato.
Questa procedura si applica solo a cause civili, solo ad alcuni tipi di cause e solo entro certi limiti di valore: ma non limita l’importanza e la validità della riforma.
Infatti grazie ad essa:
- si riducono drasticamente i tempi (tutta la procedura va chiusa in 90 giorni)
- si abbassano i costi (il primo incontro per decidere se utilizzare la procedura è obbligatoriamente gratuito)
- si allevia il carico dei giudici (togliendo loro tutte le piccole liti civili)
- si eliminano quasi totalmente gli adempimenti burocratici (notifiche, convocazioni, decreti) perché è sufficiente la richiesta accettata dalla controparte e validata dai rispettivi avvocati per giungere all’incontro di mediazione
- non si riduce nessun diritto delle parti perché è sempre possibile ricorrere comunque al giudice prima o durante la mediazione
Una riforma che va nel senso sempre auspicato anche da Libertates: una giustizia più veloce, meno costosa, più a misura di cittadino.
La storia della mediazione è stato un esempio di quanto sia difficile e aspro il cammino delle riforme vere: cioè di quelle fatte non per lasciare tutto come prima, ma per incidere davvero sui problemi e sul funzionamento dello stato.
Presentata dal Governo Berlusconi è stata immediatamente affossata da una valanga di ricorsi, di eccezioni e alla fine da una sentenza della Corte Costituzionale (la 272 del 6.12.2012); ora è ripresentata dal Governo Renzi con una modifica importante: da obbligatoria diviene facoltativa.
Speriamo che in questo modo riesca a superare l’ostilità di tutti:
- degli avvocati in primis che vedono nella mediazione la fine della possibilità di gestire cause lunghissime e, quindi, lucrose
- dei magistrati a cui viene meno l’esclusività nella gestione delle cause e quindi un attacco alle loro prerogative
- degli stessi interessati che devono partecipare attivamente alle decisioni e non affidare tutto agli avvocati aspettando passivamente i risultati
Una riforma a costo zero degna di uno Stato davvero moderno, liberale e formato da cittadini e non da sudditi: forse per questo così contrastata?
Angelo Gazzaniga