Il discorso di Tsipras: un ritorno della vecchia sinistra
Il discorso di Tsipras al Parlamento europeo (da notare che dopo 6 mesi di crisi gestita al chiuso delle commissioni solo in questi giorni il premier greco è andato a parlare al Parlamento, cioè ai cittadini europei) è stato accolto con entusiasmo dalla sinistra europea al grido di: “ritorna la politica, contro il primato dell’economia e del libero mercato”.
Niente di nuovo sotto il sole: la sinistra “classica” dimostra di continuare a non capire due cose fondamentali:
- che la politica, intesa come gestione della cosa pubblica, non è solamente morale o ideologia, ma che non può essere disgiunta dall’economia (che ha regole ben precise), altrimenti decade in propaganda.
- Che liberalismo e liberismo non sono due definizioni diverse della stessa idea, ma sono visioni del mondo profondamente diverse.
Infatti mentre il liberismo è la degenerazione dell’idea liberale: il mercato selvaggio, il “vinca il migliore” (spesso il più forte, il più furbo, o il più mascalzone) dove conta solo il successo e l’arricchimento; il liberalismo promuove un mercato libero, trasparente e concorrenziale con regole ben precise e condivise con uno scopo: permettere ad ogni individuo di realizzare la propria vita nella libertà di assecondare i propri desideri .
Nella realtà è stato invece ampiamente dimostrato che ideologia, morale ed economia devono convivere nella gestione della cosa pubblica: lo hanno sempre sostenuto i grandi del liberalismo, da Adam Smith a Einaudi: se una politica basata solo sull’economia porta a comportamenti come quelli della UE nei confronti della Grecia, una politica basata solo sull’ideologia porta a Tsipras e alla sua gestione fallimentare della crisi.
Valori e ideologie sono importanti, ma non si può dimenticare che la libertà e un’economia liberale sono condizioni necessarie per giungere a una politica di equità, uguaglianza e rispetto dell’uomo.
Angelo Gazzaniga