Fare il parlamentare, al giorno d’oggi, è davvero dura! Al mattino un deputato si alza con tutta calma e sa che potrà correre meno del leone e della gazzella, tanto prima delle 10 a Montecitorio ci sono solo inservienti e uscieri. Una volta pronto, sale su un auto blu e può parcheggiare in piazza del Parlamento, proprio davanti la sede della Camera, per non rischiare di arrivare in ritardo. Appena varcato l’ingresso, poi, va a fare colazione alla buvette di Montecitorio, dove sorseggia un caffè per 70 centesimi e mangia un pasticcino per 60. Se poi il nostro vuole concedersi anche un spremuta d’arancia il prezzo è di 1,50 euro. Dopo aver fatto colazione, il deputato si allontana per prelevare in uno dei quattro uffici bancari di Montecitorio, dove i ‘rappresentanti del popolo’ godono di condizioni di favore sia per i conti correnti che per i mutui. Controlla che gli sia stato versato lo stipendio mensile di circa 15mila euro e a questo punto è pronto per affrontare la sua dura giornata lavorativa. La prima cosa che lo attende è fare il punto della situazione con il suo fidato portaborse. Ciascun deputato ha diritto ad accreditarne due, naturalmente stipendiati con fondi della Camera. Gli uffici sono ben attrezzati (postazioni informatiche connesse a internet, telefoni e tv per seguire le sedute dell’Aula), hanno sede a Palazzo Marini e sono assegnati dal presidente del gruppo di appartenenza. Se a metà mattinata, dopo questi immani sforzi, il deputato avverte un leggero languorino, un panino al prosciutto gli costa 2,50 euro e un the’ caldo 90 centesimi. Ma i piatti forti arrivano all’ora di pranzo: per un primo si possono spendere dai 2 euro, pasta con patate e zucchine, ai 5,30 del risotto con gamberi e pachino. E via di questo passo con i secondi, che variano dai 4 euro di una leggera insalata di pollo ai 5 e 30 del carrè di agnello al forno, il contorno (1,30 euro) e i dolci (2 euro). Colpisce la differenza con i prezzi di mercato dei normali ristoranti; differenza ovviamente pagata dal popolo italiano. Non sorprendiamoci, poi, se la grande maggioranza dei nostri parlamentari (in modo assolutamente bipartisan) è sovrappeso.
Sono cifre ridicole rispetto al deficit dell’Italia: ma cifre significative di un modo di concepire la politica da sempre denunciato dai Comitati: non come un servizio ai cittadini, ma come un proprio tornaconto alle spalle di sudditi ignati e impotenti.
Flavio Stilicone