Nella scuola italiana non solo non si utilizza e diffonde il digitale, ma addirittura si danno nozioni ormai superate
Secondo i dati della Commissione Ue, l’Italia e’ terz’ultima per lo sviluppo digitale. I dati, per nulla eclatanti per noi sudditi consapevoli di questo regime italico, sono solo una conferma, anche se in peggio, visto che dal 24mo posto del 2015 siamo passati al 25mo. (1) L’Italia, secondo la Commissione, ha un problema fondamentale che rallenta il suo decollo online: “l’assenza di competenze digitali di base è la ragione principale del basso tasso di adozione della banda larga fissa”. E infatti il Belpaese è ultimo su 28 per la diffusione di questo modo di collegamento alla Rete.
Sarebbe molto opportuno che questi dati fossero diffusi il più possibile, ma già oggi (la notizia è recentissima) abbiamo visto che è riuscita ad entrare solo in ambiti specialistici e poi – vuoi mettere – i media nazionali che dovrebbero mettere in luce la schifezza di politica industriale dei loro maggiori clienti di spazi pubblicitari? E l’altrettanto schifezza di politica nazionale e regionale di chi, con poteri economico-amministrativi, dovrebbe favorire lo sviluppo in questo senso e, invece, fa solo parate di dati farlocchi o inventati o manipolati (questo non vale solo per le tlc, ovviamente).
L’Italia e’ quindi tra gli ultimi per l’uso e la diffusione di quello che mondialmente viene giudicato lo strumento per eccellenza in economia, cultura, informazione, educazione, socialità.
E noi continuiamo a non stupirci. Noi che lavoriamo, noi che consumiamo, noi che mandiamo i figli in scuole in cui i computer sono soprammobili e dove preparazione professionale -e consequenziale educazione- sono da brividi. Ci viene in mente una drammatica quotidianità della scuola in cui mandiamo i nostri ragazzini, scuola in cui l’uso degli strumenti digitali sono una chimera e dove l’educazione viene impartita con metodi che fanno annoiare, disgustare e rigettare le informazioni/nozioni che si pensa possano essere importanti per la formazione dei cittadini di domani. Quante sono le scuole che usano strumenti digitali per fare lezione, e che invece di un’ora di spiegazione con qualche disegnino alla lavagna, scelgono un filmato (fatto con metodi di comunicazione che piacciono ai ragazzi, e non come un palloso documentario) di 15 minuti per, ad esempio, dimostrare e far conoscere le prime nozioni sul corpo umano o sul clima o sull’astronomia? Per capire. L’altro giorno, proprio nella scuola pubblica di mia figlia, le si insegnava come funzionano amministrativamente i Comuni, le Regioni e… i consigli provinciali; inoltre le si facevano prendere appunti (mancando in merito informazioni sui libri di testo adottati) dicendo che l’Unione europea e’ composta da 18 Stati e che, tra coloro che hanno fatto domanda di ingresso, tra le varie Turchia, Albania, Montenegro, etc, c’era anche la Croazia (2).
Come si può pensare che in questa scuola, che fa parte del territorio, della cultura, dell’economia, della socialità e dell’educazione italica, il nostro Paese non possa essere agli ultimi posti della digitalizzazione?
Il governo dice che si sta dando da fare. Regala un po’ di soldi ai giovani sperando che, invece di comprarsi le canne, con questi denari vadano a teatro o a cinema. Qualche riforma il governo l’ha fatta, per carità, e non e’ questo il luogo in cui abbiamo intenzione di esprimere giudizi in merito. …. Ma è bene ricordare che il ministro dell’Interno, rispetto all’ultima riforma approvata con il riconoscimento legale delle coppie di fatto e negando la possibilità all’adozione del figlio del partner, ha detto “Abbiamo impedito una rivoluzione contro-natura e antropologica”. Tra le tante riforme, positivo o negativo che possa essere il giudizio di ognuno… siamo al terzultimo posto, in via di peggioramento, per la digitalizzazione del nostro sistema di comunicazione, informazione e vita… qualcosa non torna. No?
Cosa ci aspettiamo, ora? Mirabolanti proposte dei gestori tlc? Investimenti ad hoc? Mah – nessuno ce ne voglia – memori del nostro vissuto quotidiano di associazione per i diritti degli utenti e consumatori, a questi dati della Commissione Ue ci aspettiamo solo nuove gabole truffaldine da parte dei gestori tlc per fregare soldi ai loro utenti.
Ci risentiamo ai dati del prossimo anno.
1) http://www.aduc.it/notizia/sviluppo+digitale+italia+terzultima_132183.php
2) i consigli provinciali non esistono più come entità amministrative. Gli Stati dell’Ue sono 28 e la Croazia e’ membro effettivo dell’Unione già da tre anni.
di Vincenzo Convito