un’analisi degli articoli sul cambiamento climatico. Con un’osservazione: la verità scientifica si cerca guardando I fatti e non la maggioranza degli articoli. Galileo ce lo insegna
I sostenitori della responsabilità’ umana nei Cambiamenti Climatici (Antropogenic Global Warming, AGW) spesso, quando messi alle strette in un confronto dialettico, si rifugiano nel consenso quasi unanime del mondo scientifico riguardo al loro credo.
Tale supposto consenso deriva essenzialmente da un articolo a firma di J.Cook et al., comparso su Environmental Research Letters di Maggio 2013 http://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/8/2/024024
ove vengono analizzati gli abstract di circa 12000 articoli sul global warming pubblicati dal 1991 e classificati in base alla posizione di supporto o meno dell’AGW.
Un aspetto assai positivo di questo lavoro è che può essere letto da chiunque, anche se non climatologo, ed è quindi possibile farsi una volta tanto un’opinione avendo accesso alla fonte.
Personalmente ho trovato diversi punti controversi in tale lavoro: di seguito riassumo quali ritengo siano i principali.
-appare subito chiaro che 2/3 dei lavori analizzati non esprimono posizione su AGW: cio’ dovrebbe essere indicativo dell’incertezza scientifica sul tema. Il dato non viene preso in considerazione e gli autori si concentrano sul rimanente 33% di lavori.
-fra questi, il 97% supporta l’AGW: vengono pero’ considerati a supporto lavori che sostengono che “humans are contributing to global warming without quantifying the contribution”. E’ praticamente impossibile trovare un ricercatore in disaccordo con tale affermazione (come sostenere che la CO2 non sia un gas serra; mi è stato fatto notare che il porre “male” la questione in questo tipo di sondaggi e’ il metodo piu’ utilizzato per ottenere la risposta desiderata) ma cio’ e’ ben diverso dall’essere in accordo con AGW. Analizzando infatti la lista dei lavori che sono stati classificati in tale categoria (lo si puo’ fare seguendo il link a “online supplementary data”), si scopre che lavori di ricercatori notoriamente contrari ad AGW (ad es. Lindzen e Shaviv) rientrano tra quelli a favore!
-cercando di ridurre la percentuale dei lavori che non esprime posizione, J.Cook et al. contattano gli autori degli scritti via e-mail: risponde solo il 14% ed a questo punto secondo me non avrebbe senso procedere in quanto il campione è alquanto ridotto e non può più essere considerato imparziale (l’analisi da qui in avanti si basa solo su coloro che hanno deciso di rispondere ed è lecito supporre che questo sia un campione polarizzato)
-volendo invece proseguire, come J.Cook et al. fanno, ben il 35% conferma di non avere una posizione decisa nei confronti di AGW: percentuale interlocutoria alquanto alta, a mio modo di vedere, su un argomento verso il quale gli autori vogliono dimostrare un consenso pressoche’ totale
-ritengo infine un controsenso logico la motivazione addotta da J.Cook et al. per trovare una giustificazione all’elevato numero di lavori che non prende posizione: l’AGW sarebbe oramai una certezza scientifica, tanto che non serve neanche specificare nell’absract la propria posizione al riguardo. Oltre al fatto che tale affermazione e’ smentita proprio da quel 35% che ribadisce la propria incertezza, ma se fosse così, che senso avrebbe la ricerca di J.Cook et al. basata proprio sugli abstract?
In definitiva, analizzando i dati da un punto di vista “distaccato”, direi che gli stessi portino a conclusioni diametralmente opposte alla tesi che gli autori vogliono dimostrare, e mostrino invece come l’AGW sia da considerarsi un argomento scientificamente ancora molto aperto (tra l’altro la percentuale di lavori che non prende posizione cresce col tempo).
Fermo restando che la verifica delle ipotesi formulate in ambito scientifico non si basa tanto sul livello di consenso delle stesse ma sul confronto stringente con la realtà (e noi che siamo del Paese di Galilei dovremmo ben saperlo!) tutto quanto sopra espresso nulla ha a che vedere con la consistenza o meno dell’AGW.
Gianluca Alimenti