Lo statalismo ferroviario alla pugliese

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angelo
Spesso per appropriarsi di risorse dello Stato non serve commettere reati: si può fare tutto alla luce del sole, tanto nessuno controlla (o vuole controllare)

In Puglia è scoppiato l’ennesimo scandalo all’italiana. Quello della FSE: cioè le Ferrovie del Sud Est. Un sistema ferroviario “privato” (nel senso di non appartenente alle Ferrovie dello Stato, ma posseduto da Enti locali) che garantisce il servizio in buona parte della regione.
Si è scoperto che, tra le tante consulenze e incarichi inutili, tipici di questi enti, c’erano due storie particolari: il presidente si era autoassegnato un emolumento che, considerando tutti i vent’anni di servizio, raggiungeva i 13,5 milioni di euro (cioè 27 miliardi delle vecchie lire!) e che al direttore del personale che risiedeva a Roma veniva riconosciuta una trasferta tutte le volte che si recava in sede a Bari!
Storie di ordinaria corruzione, verrebbe da dire, ma possibile che tutto questo, regolarmente scritto in bilancio, non sia mai stato notato da nessuno? La Corte dei conti, che dovrebbe vigilare sul denaro pubblico, il ministero dei Trasporti cui spetta il controllo della gestione, la regione Puglia che usufruisce del servizio e riconosce lauti contributi, nessuno di loro si è accorto di nulla per vent’anni.
Naturalmente, è inutile dirlo tanto è ovvio, il servizio è talmente scadente e inefficiente da costringere i pendolari pugliesi ad utilizzare auto o bus per andare al lavoro.
Ma secondo noi di Libertates la soluzione non è solo quella, pur doverosa, di commissariare la gestione, fare piazza pulita e nominare nuovi responsabili. C’è da sospettare che tra vent’anni ci ritroveremmo nella stessa situazione, magari con un altro tipo di malagestione.
La vera soluzione è quella di uno Stato davvero liberale e moderno: significa mettere a gara il servizio, stabilire regole, limiti e penali, e affidare il servizio a chi offre un rendimento migliore al miglior prezzo.
L’ente pubblico non dovrebbe gestire il servizio, ma solo controllare e verificare che tutto funzioni bene: solo la concorrenza tra fornitori diversi (siano pubblici o privati, non conta) può garantire un risultato come si deve.
Ma se questo è difficile da avere in Italia, figuriamoci nella Regione Puglia, ove statalismo e centralismo sono di casa…

Guidoriccio da Fogliano

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