Poco più che una bolla di sapone balneare, ma che nasconde una logica da stato etico
In questo agosto è divampata una polemica molto “balneare” sull’utilizzo del costume integrale (il burkini) da parte di bagnanti islamiche.
Grida di sdegno da una parte con l’accusa di attentato alla libertà delle donne o peggio di provocazione nei confronti della cultura occidentale; risposte altrettanto piccate da parte islamica con pubblicazione di foto di suore in spiaggia completamente coperte…; provvedimenti da parte di sindaci (soprattutto francesi) che lo vietano; limitazione del burka da parte di alcuni Laender tedeschi, ecc. ecc
Una grande bagarre, per noi liberali, basata sul nulla.
Infatti per ogni liberale ognuno dovrebbe essere libero di comportarsi come vuole, essere orgoglioso della propria libertà, ma soprattutto di quella degli altri.
Limiti a questa libertà dovrebbero il non intaccare l’altrui libertà, il rispettare la legge (che può essere discussa, contestata, modificata ma non impunemente violata) e gli usi e costumi di ogni popolo.
Pertanto non ci dovrebbero essere dubbi: andrebbe vietato indossare in pubblico il burka nella sua forma estrema (il niquab) che impedisce la vista del viso semplicemente per un motivo di ordine pubblico: esattamente come si vieta l’uso del casco integrale e dei vetri scuri di un auto: ognuno deve poter essere riconoscibile quando è in pubblico.
Allo stesso modo andrebbe vietata l’imposizione del burqa o di qualsiasi altro indumento: una cosa è indossarlo per libera scelta e una perché imposto in violazione della libertà di un’altra persona.
Ultimo limite: che non si violino quelli che sono gli usi e costumi del luogo: usi e costumi che, come il senso del pudore, cambiano in continuazione. Pochi decenni fa l’andare in spiaggia in bikini era considerato scandaloso, ora è quasi obbligatorio…
In conclusione: che ognuno possa fare liberamente ciò che vuole a patto di non disturbare la libertà degli altri: altrimenti se vietiamo il burkini perché offende la civiltà occidentale rischiamo di essere altrettanto integralisti e fautori dello stato etico, proprio quello che si vorrebbe combattere
Angelo Gazzaniga