che fa l’Italia di fronte al problema migranti? Annaspa
Temperatura percepita? Rovente. Dopo tante retoriche celebrazioni di europeismo fasullo (basti la farsa di Ventotene, un anno fa) l’Italia fa i conti con la realtà. Tutti ricordano i sorrisini beffardi di Sarkozy e di Merkel alle spalle di Berlusconi. Sarkozy è il passato remoto. La Merkel ne vede e ne vedrà di tutti i colori. La “loro” Europa”, quella dell’accoglienza illimitata sulla pelle degli altri (a conti fatti degli italiani e dei greci), è fallita e, salvo rimedi profondi e urgenti, implode. Non per i “populismi” né per i “sovranisti”. Semplicemente perché i greci sono stremati e gli italiani hanno piene le tasche di vedersi posposti agli extracomunitari quotidianamente ammassati a casa loro, in un Paese sempre più incapace di provvedere ai propri cittadini originari.
E l’Italia? Non ha memoria di sé, né prospettive. Annaspa.
Prende a prestito le prediche di “papa Francesco”. Al riguardo occorrono due sintetici chiarimenti. A parte lo spettacolo che per molti secoli han dato vari papi, il Magistero della chiesa di Roma in tema di “accoglienza” e di rapporti con gli altri mondi (culture e civiltà) è stato e rimane discontinuo. Dalle origini la predicazione dell’Evangelo fu tutt’uno con secolari sanguinosissime lotte tra le sette cristiane. La chiesa cattolica ha fatto la sua parte, contro gli ariani e una litania di “eretici”. Ha anche aggiunto lo sterminio di catari, streghe, maghi… sino alla perdurante scomunica dei massoni e persino all’animosità contro i rotariani, ammorbidita solo dopo la seconda guerra mondiale. L’“accoglienza” è una scoperta recente, connessa col sostanziale fallimento delle “missioni” (rispetto al dilagare dell’islamismo e del potere materiale dei cinesi), alla rarefazione delle vocazioni sacerdotali di “bianchi” e alla rimozione unilaterale della storia con la serqua di “scuse” recentemente pronunciate dai papi per questa o quella nefandezza compiuta dalla Chiesa nei millenni, sino alla “comprensione” ora ostentata per Martin Lutero.
L’Italia può fare a meno di prestiti ideologici di questo genere. Né ha urgenza di votare la fiducia su leggi eversive come quella sullo “ius soli”. Meglio mandare il Parlamento in vacanza che vederlo regalare cittadinanza e diritto di voto a un milione di non aventi diritto e spalancare le porte a un’invasione interminabile.
di Aldo A. Mola