Siamo di fronte all’ennesimo, e temiamo tutt’altro che ultimo, finanziamento all’Alitalia. Una ditta che, come sosteniamo da anni, è ormai fallita e che viene mantenuta in vita per mere ragioni elettorali.
Ma in questa nuova puntata non c’è solo un ulteriore finanziamento a fondo perduto, ci sono due norme apparentemente minori ma che possono diventare pesantissime: la prima prevede che i singoli aeroporti cosiddetti “minori” applichino a tutti i vettori le stesse tariffe; la seconda che tutte le compagnie che operano in Italia debbano applicare contratti uguali a quelli concordati da Alitalia con alcune sigle sindacali.
Nel primo caso si tratta solo apparentemente di una norma di equità; in pratica si annullano tutte le facilitazioni che i singoli enti locali concedono alle compagnie low cost per farle operare da scali che convogliano nelle località turistiche decine di migliaia di passeggeri.
Nel secondo caso si obbligano le stesse compagnie low cost ad applicare stipendi ben superiori a quelli praticati negli altri Stati europei.
Si tratta di un’operazione suicida con un unico scopo: costringere le compagnie low cost a portare il costo dei biglietti a livello di quelli dell’Alitalia.
Un’autentica forma di dumping alla rovescia: i biglietti delle compagnie low cost per l’Italia costeranno sensibilmente di più che per le altre destinazioni turistiche: un bel regalo a Grecia, Spagna o Croazia…
Altro che libero mercato o libera concorrenza: il prezzo di mercato lo stabilisce l’impresa più inefficiente e marginale!
Risultato: eliminiamo le imprese efficienti e utili a tutti per mantenere un carrozzone costoso e inutile
di Angelo Gazzaniga