Ogni tanto val la pena soffermarsi su situazioni che, se non fossero tragiche per le nostre tasche, sarebbero quasi comiche.
Una di queste è la situazione di Alitalia: di Alitalia (compagnia ormai decotta che, in qualsiasi altro Paese, sarebbe ormai chiusa) ce ne sono addirittura due.
Infatti all’Alitalia che è andata da pochi mesi in amministrazione straordinaria (eufemismo per dire che è in situazione fallimentare e non è in grado di continuare da sola) si affianca un’altra Alitalia in amministrazione straordinaria da ben 12 anni.
Si tratta dell’Alitalia nata dal primo fallimento di 12 anni fa che è rimasta sulla breccia per chiudere le ultime pendenze. A tutt’oggi è praticamente una sinecura per amministratori, consulenti, esperti e intermediari vari: solo tra gennaio e giugno 2019 se ne sono andati 946.000 euro in spese legali e consulenze (quindi circa 2 milioni l’anno!). in compenso restano ancora aperte 7 filiali in Paesi in cui Alitalia non fa più scalo (Nigeria e Venezuela, per esempio); restano gli immobili che, in apparenza, nessuno vuole e soprattutto resta un immenso contenzioso: 107 cause revocatorie più le pendenze con il personale.
Gli stessi commissari della prima Alitalia in amministrazione straordinaria dichiarano (dopo 12 anni!) che la data per la chiusura della ditta è “non stimabile”!
Per il futuro l’Italia sarà l’unico Paese al mondo con 3 compagnie di bandiera in perdita (la prima e la seconda Alitalia in amministrazione controllata e l’attuale da vendere a chissà chi): auguri a tutti noi che continueremo a pagare profumatamente tutta una struttura di consulenti, esperti, ecc. ecc. … e a viaggiare con Ryanair e Easyjet.
di Angelo Gazzaniga