È proprio vero che quando ci si incammina su una strada sbagliata errori, sorprese e scandali non mancano mai!
È di questi tempi l’ultimo (speriamo!) scandalo della vicenda Alitalia.
Non paghi di aver sperperato 4 miliardi per salvare un’azienda decotta e in fallimento come la vecchia Alitalia, di averla poi regalata a Etihad con un corollario di omaggi vari (limitazione all’espansione delle compagnie low cost, taglio delle possibilità di Malpensa ecc ecc) adesso scopriamo che il Ftsa (Fondo speciale per il trasporto aereo) creato dal governo Berlusconi per gestire gli esuberi della vecchia Alitalia fornendo un’integrazione ai dipendenti licenziati per 7 anni (e che integrazione: un pilota riceve circa 8000 euro al mese!) non è affatto un fondo di solidarietà: il 96% dei costi è a carico dello Stato (cioè dei cittadini che pagano 3 euro per ogni biglietto aereo emesso) e solo il 4% a carico dei lavoratori rimasti nell’azienda (un pilota con uno stipendio medio di 10000 euro al mese ne versa 7,5 al fondo…).
Per essere davvero bipartisan (come lo è spesso la politica italiana quando si tratta di favorire corporazioni o amici) il governo Letta non solo ha abrogato l’articolo della legge Fornero che chiudeva nel 2014 il Ftsa facendolo diventare un fondo di solidarietà vero, ma lo ha prolungato di due anni e ha ammesso anche dipendenti di ditte non in regola con il versamento di contributi (in violazione dello statuto dell’Inps).
Nel frattempo abbiamo scoperto che 36 piloti ricevevano la lauta integrazione pagata da noi e lavoravano in nero presso compagnie straniere con stipendi di 13/15000 euro: saranno i soli?
Una prova ulteriore di quello che da sempre sostiene Libertates: andare contro le leggi del mercato, della libera concorrenza, salvare aziende decotte per ragioni politiche sarà forse utile per ottenere voti e consenso, ma si ritorce inevitabilmente sui cittadini e sull’economia tutta
Guidoriccio da Fogliano