Nella proposta di legge per un Fisco più “umano” è apparsa una possibilità innovativa e interessante: il concordato preventivo. In poche parole: il contribuente può chiedere un concordato per i prossimi quattro anni (sarebbero in effetti due+due) in base al dichiarato dell’ultimo anno. Una volta accettato dall’Agenzia delle Entrate non ci potrebbero essere più accertamenti per il periodo in questione: il contribuente avrebbe la certezza di quanto pagare e soprattutwto di non dover sottostare a controlli per lo meno noiosi e costosi.
Una proposta potenzialmente devastante sul piano dell’evasione, ma con una limitazione notevole: avrebbero potuto accedervi solamente coloro i quali hanno un ISA tra 8 e 10. Dato che gli ISA non sono altro che la nuova versione degli Studi di Settore che vengono riassunti in un tabella in cui la coincidenza tra reddito dichiarato e relativo studio di settore è valutata da 10 (contribuente virtuoso) a 0 (contribuente quasi sicuramente evasore) è evidente come permettere questo concordato solo ai contribuenti con un valore superiore a 8 significa un “premio” per coloro che hanno un comportamento corretto nei confronti del Fisco.
Ma poi ecco la sorpresa: nel corso della discussione nella Commissione Finanze del Senato non solo è scomparsa l’applicabilità ai soli contribuenti virtuosi, ma si è anche proposto che l’Agenzia delle Entrate possa aumentare da parte sua l’accertamento di un massimo del 10%: un autentico regalo agli evasori che potrebbero in questo modo pagare solo in base a quanto dichiarato (e palesemente falso perché in contrasto con i relativi studi di settore) per i prossimi quattro anni senza nessun pericolo di controllo da parte del Fisco.
Un autentico sberleffo a chi le tasse le paga davvero (o perché obbligato o perché onesto) e una palese violazione alla concorrenza perché questi evasori potranno oltre guadagnare alle spalle degli altri cittadini fare prezzi competitivi grazie alle tasse evase.
Ma si sa: di fronte alla prospettiva di guadagnare voti e consenso non c’è “politico” che non si fermi.
È uno degli altri aspetti negativi di una legge elettorale che non permette al cittadino di scegliere e poi valutare il comportamento dei propri rappresentanti.
di Angelo Gazzaniga