Una vera riforma liberale significa anche semplificare leggi e regolamenti per permettere ai cittadini di partecipare più attivamente all’attività politica
Anche nella recente campagna elettorale per i sindaci sono apparsi quelle che sono tra i principali ostacoli allo sviluppo del nostro Paese.
Infatti sia a Milano sia a Roma alcune liste tra le più importanti (quella di Fassina a Roma e quella di Fratelli d’Italia a Milano) non sono state ammesse per vizi di forma. Poi, dopo ricorsi vari, sono state riammesse con motivazioni disparate.
Questo dimostra che anche in questo campo, così delicato per la democrazia, regna sovrana la complessità e la nebulosità delle leggi e l’arbitrio della burocrazia.
Sarebbe stato sufficiente che alcuni semplici cittadini come noi avessero voluto presentarsi candidati con una propria lista alle elezioni comunali per imbattersi in un coacervo di leggi, decreti, decreti attuativi, regolamenti e pareri vincolanti da cui difficilmente avrebbe potuto districarsi senza sbagliare; e infatti hanno sbagliato anche politici di lunga esperienza. Mentre quello di candidarsi dovrebbe essere un diritto di tutti i cittadini: diritto effettivo e non solo teorico.
Lo sviluppo della vicenda (riammissione dopo ricorsi vari) ha mostrato come, alla fine, in questi casi la certezza del diritto sia una chimera: le liste che davvero contavano dal punto di vista politico sono state comunque riammesse dal Consiglio di Stato, oppure da qualche altro ente, le altre (quelle dei semplici cittadini) sono state comunque respinte.
Alla fine si è dimostrato come, anche in questo caso, quello che davvero conta non è il rispetto (spesso impossibile) della legge, ma la decisione di qualche ente burocratico o il peso politico del ricorrente.
Ma già secoli fa il contadino prussiano obiettava al Re di Prussia che voleva sequestrargli il campo che “c’è sempre un giudice a Berlino!”; ovvero che uno Stato moderno deve avere sempre la certezza del diritto, uguale per tutti e in ogni caso. Cosa che non potrebbe certo affermare un semplice cittadino italiano: il diritto di presentare una lista propria dipende troppo spesso dal giudizio della burocrazia e dal peso politico
Angelo Gazzaniga