Pochi giorni fa è stato eletto il nuovo presidente della Corte costituzionale: Mario Rosario Morelli che è succeduto a Marta Cartabia.
Niente da eccepire, naturalmente, sulla figura del giudice, magistrato di lunga e specchiata carriera , ma quello che sorprende è quella che sarà la durata del suo mandato: 87 giorni! Sì, neppure tre mesi.
Tutto questo perché nell’elezione si è seguita una consuetudine non scritta, e per questo ancore più inscalfibile, quella dell’anzianità di servizio.
Il giudice Morelli è stato infatti nominato non per i suoi meriti ma per il semplice fatto di essere quello tra i giudici con la maggiore anzianità.
Questo metodo è da sempre seguito in tutta l’amministrazione statale: chi entra in servizio anche un giorno prima di un altro, lo precederà comunque negli avanzamenti. Così vediamo che nella storia della Consulta in 64 anni si sono succeduti ben 43 presidenti su 117 giudici eletti (il 43% è cioè divenuto presidente).
Il sistema delle promozioni per anzianità è tipico di una società e di una struttura immobile nel tempo e nelle sua strutture in quanto può garantire rapidità e mancanza di tensioni nella nomina, infatti già si sa chi sarà il prossimo presidente della Consulta: il più anziano di nomina, ovviamente…
Ma in una società in rapida evoluzione quale la nostra il principio dell’anzianità è esattamente l’opposto di quello che serve: promozioni basate sul merito. Del resto il criterio del merito e della capacità è ormai adottato in tutta la società e su quello si basano tutte le carriere.
Sarebbe opportuno, se non necessario, che anche l’amministrazione statale si adeguasse a questi criteri o che, per lo meno, le maggiori istituzioni quali la Consulta dessero un esempio in questo senso: nominare alla presidenza il giudice costituzionale più efficiente non è un gesto rivoluzionario, è solo un segno di adeguamento ai tempi.
Altrimenti rischieremmo il caso (già avvenuto) di un giudice della Corte eminente costituzionalista a livello europeo che non ne diventa presidente perché un altro membro è entrato alla Corte una settimana prima.
di Angelo Gazzaniga