Una buona notizia dal capoluogo meneghino? Può darsi! Biotestamento sì, biotestamento no, biotestamento forse.
Vedremo, ma il fatto che intorno alla “Carta dei diritti del malato” si sia aperto un dibattito è sicuramente una buona notizia. Almeno per chi liberale lo è davvero. In particolare fa riflettere la discussione creatasi intorno all’articolo 13 secondo il quale “ogni individuo ha diritto di esprimere le proprie volontà rispetto al rifiuto all’accanimento terapeutico e del prolungamento forzato della vita in condizioni di coma irreversibile o di disagio estremo”. Niente di concreto, ma Palazzo Marino potrebbe adottare il nuovo Piano di zona, il documento base delle politiche sociali del Comune. Affinché ciò si avveri occorre però una delibera del consiglio comunale.
Principio giusto, fine nobile, peccato che a frenare sia stato il vicesindaco di Milano, Maria Grazia Guida. “Non sono d’accordo sulla scelta del metodo – ha detto il vice di Pisapia -, il Piano di zona serve per programmare i servizi sociali e sanitari e una forzatura come quella di inserire all’interno il tema del biotestamento ci deve richiedere un’attenzione supplementare, anche perché questo non è di stretta competenza delle amministrazioni locali”. Secondo il vicesindaco, quindi, occorrerebbe ”avviare una discussione più approfondita sul tema”.
Un modo tipico della politica italiana per affrontare un tema particolarmente complesso, difficile e in certi casi spinoso: rinviare il tutto!
I Comitati per le Libertà ritengono invece che questi argomenti vadano affrontati mediante il confronto, la discussione, l’approfondimento nel rispetto della posizione di tutti con un unico scopo: giungere ad un risultato che sia il più possibile condiviso e nell’esclusivo interesse dei cittadini.
In questo caso i Comitati dovrebbero, da liberali, sostenere che ciascun individuo, purché cosciente e maggiorenne, sia il solo responsabile delle proprie azioni e dei propri comportamenti e abbia perciò il diritto di decidere della propria vita. E anche della propria morte: se questa può mettere a rischio la dignità della persona.
Renato Cantagalli