Di concorsi pubblici si muore!
Per accedere ad un posto (fisso) statale occorre vincere un concorso. Lo stabilisce l’art 97 della Costituzione.
In questi ultimi anni, complice la crisi economica, la complessità della materia, l’inefficienza e la paralisi della burocrazia e i Tribunali amministrativi, questi concorsi si sono spesso trasformati in tragicommedie: tragici per chi concorre, comici per certi aspetti generali.
Alcuni esempi:
- quello dei cancellieri di tribunale che, dopo essere durato un mese con migliaia di concorrenti presso la Fiera di Roma è stato sospeso perché un giudice del lavoro di Firenze ha accolto il ricorso di una albanese che era stata esclusa perché non italiana. Tutto sospeso in attesa di sentenza esecutiva.
- Il concorso per vigili urbani a Roma, bandito nel 2010 è ancora in attesa di conclusione
- Una signora che aveva vinto un concorso per assunzione alla Asl di Pavia si è vista recapitare la notifica non di assunzione, ma di annullamento del bando perché le domande erano troppo difficili…
- Forse per questo motivo a un concorso per laureati in beni culturali la domanda principale era: “di quale materiale sono i Bronzi di Riace: legno, marmo o bronzo?”
Non è altro che un’altra prova dell’inefficienza e della sclerotizzazione progressiva della macchina dello Stato.. Di un sistema che, grazie alla complessità e alla indeterminatezza delle leggi, permette a chiunque di ricorrere comunque alla Magistratura civile o amministrativa che sia. Tutto questo ha un costo notevole, sia diretto (per questi concorsi si spendono centinaia di milioni ogni anno) sia indiretto perché i partecipanti (circa 280.000 ogni anno) per sei mesi devono astenersi da ogni lavoro.
Andrebbero sostituiti con concorsi limitati a qualifiche più precise, anche con limiti territoriali, in cui si tenga conto non solo di aspetti meramente nozionistici, ma anche delle motivazioni personali, altrettanto necessarie per un’attività e una carriera a tempo pieno. Si potrebbe anche pensare di inibire l’intervento dei Tribunali amministrativi in questi casi (l’aveva già proposto Prodi…).
Altrimenti lo scadimento della Pubblica Amministrazione continuerà inesorabile
di Angelo Gazzaniga