Un amore sempre più travolgente: la bicicletta
La protagonista di questo articolo è lei, la bicicletta, che unisce tanti in una passione comune. Lei è stata il mio sogno nel cassetto per quasi tutta la mia vita… e pensare che andavo in bici da piccolina, avevo 2, 3, 4 anni, a Trieste, quando mio padre mi portava sul seggiolino della sua bicicletta a Barcola a fare il bagno con tutta la famiglia, perchè allora nessuno aveva la macchina. I miei genitori hanno fatto il giro delle Dolomiti in bicicletta, nel ’48, con mostri a pedali da dopoguerra…. Leggere il percorso per credere sulla Cartina delle Dolomiti: itinerario cicloturistico del Cadore e delle Dolomiti da Conegliano Veneto a Desenzano, attraverso Cortina, Passo Falzarego e 2.150 metri, Passo Gardena 2.721, Passo della Mendola. Totale: 406 chilometri.
Invece io sono finita a Genova, dove andare in bici è impossibile. Ci ho provato, appena uscita dall’ISEF, andavo in bici al corso di vela, da casa mia a Quarto in bicicletta. Anche allora, come oggi, mi cadeva regolarmente la catena, mi chiamavano Maspes.
Ma per riuscire ad andare in bicicletta dovevo proprio trasferirmi in provincia di Cuneo, dove nel’97 un certo Aldo Tichy scriveva l’itinerario ciclistico per un corso di aggiornamento gratuito destinato agli insegnanti di educazione fisica.
Nel ’97 io ero quasi alle soglie della pensione, ma mi sono detta: “ora o mai più”, e ho preso la palla al balzo. Quella è stata la mia prima importante esperienza in bici, con una squadra di insegnanti di educazione fisica favolosa!
Mi sono innamorata della bicicletta, ma il mio sogno doveva rimanere nel cassetto ancora per 13 anni.
Nel 2011 Bicingiro lanciava la settimana sulle Dolomiti: erano le mie montagne! L’allenamento era poco, ma la tentazione era troppo grande. Ancora una volta e a maggior ragione, mi sono detta:”ora o mai più”.
Da quel momento è stata un’escalation, ho conosciuto il mio futuro coach, con una squadra di baldi giovani e simpatici pensionati che in 3 giorni mi hanno allenato per l’Isola d’Elba e in due giorni per il Mottarone, poi mi hano preparato per la Corsica… ormai era fatta! La settimana in bici di fine agosto era il miraggio e il premio per le mie lunghe estati in cui ho lavorato nella vigna.
Il mio sogno era diventato realtà!
Questa sì che è “felicità ritrovata”e la maglietta che indosso, con la scritta “e penso di sentirmi confusa e felice”, lo dimostra chiaramente.
Nel frattempo Bicingiro è lievitato, io mi sono arricchita di amici e ora mi dico:”se nel 2011 Bicingiro ha realizzato il mio sogno di andare in bicicletta, 65 ciclisti che sono qui a ballare e a cantare con me in questa festa propiziatoria, avranno la forza di allontanare tutte la tempeste che si sono abbattute su questa casa, da quando ci sono entrata, 15 anni fa? E, siccome la bici è il simbolo della libertà, riusciranno a liberarmi dalla grandine, dalle trombe d’aria, dai tribunali, dagli avvocati, e dalla schiavitù della vigna?
Io, che sono ottimista, penso di sì. Propongo un brindisi alla “libertà ritrovata”, naturalmente in bicicletta.
Fulvia Fertilio